La ministra Trenta incontra i marò in vista della riapertura del processo
Il tribunale dell'Aia deve decidere sulla giurisdizione del caso e stabilire quale Stato, tra Italia e India, dovrà occuparsi di giudicare i due militari accusati di omicidio volontario
I marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono tornati agli onori della cronaca dopo mesi di silenzio.
I due fucilieri della Marina sono accusati di aver ucciso due pescatori indiani nel 2012 al largo delle coste nello Stato del Kerala dopo averli scambiati per pirati.
Il 10 settembre 2018 alle 11 i marò e il ministro della difesa Elisabetta Trenta si incontreranno per aggiornarsi sul loro caso e prepararsi alla riapertura del processo.
L’incontro si svolgerà al Ministero della Difesa, come annunciato dalla stessa ministro dal suo profilo Twitter.
“Vi terrò aggiornati”, ha infatti scritto Trenta.
Ad ottobre riprenderà il processo a carico dei due marò presso il tribunale internazionale dell’Aia, che dovrà decidere sulla giurisdizione del caso e stabilire quale Stato, tra Italia e India, dovrà occuparsi di giudicare i due militari.
Il 22 ottobre si terranno le prime udienze, mentre la sentenza è attesa per la primavera del 2019.
In precedenza, il parlamentare di Forza Italia Elio Vito aveva criticato il nuovo governo, affermando che nessun ministro aveva incontrato i marò “alla vigilia di udienze decisive del Tribunale internazionale che decide la competenza sul caso”.
I due fucilieri sono stati arrestati nel febbraio 2012 dalle autorità indiane con l’accusa di omicidio volontario di due pescatori. Latorre e Girone erano imbarcati sul mercantile Enrica Lexie nell’ambiro di un servizio antipirateria in India.
Secondo le accuse, i due avrebbero aperto il fuoco su un barchino di pescatori che si approssimava alla nave italiana.
Dopo l’incidente, i marò sono stati costretti a scendere dal mercantile, sono stati arrestati e sono stati posti in stato di fermo in India per lungo tempo.
La loro vicenda aveva dato vita ad uno scontro diplomatico tra Italia e India.
Latorre tornò in Italia nel 2014 a seguito di un ictus, mentre Girone fece ritorno solo nel 2016 per “ragioni umanitarie”.
Una volta in Italia, sono stati trasferiti uno a Roma e l’altro a Bari: nessuno dei due è autorizzato a lasciare l’Italia.