A Belluno un processo per violenza sessuale è fermo perché manca un interprete che traduca il dialetto casertano

I giudici del Tribunale di Belluno hanno interrotto un processo per violenza sessuale perché non si riesce a trovare un interprete che traduca il dialetto casertano dell’imputato.
La vittima è la compagna di dell’imputato. L’interprete dovrebbe trascrivere 26 ore di registrazioni degli insulti che l’uomo avrebbe rivolto alla donna. I dialoghi sono pieni di parolacce e imprecazioni in dialetto casertano stretto.
Proprio in questi giorni è arrivato al comando dei carabinieri di Belluno un appuntato di Caserta, e si spera che possa essere utile nella vicenda. Il carabiniere ha ora 90 giorni per tradurre le registrazioni. A riferire la notizia è il quotidiano locale Il Gazzettino Veneto.
In questi giorni però è arrivato al comando dei carabinieri di Belluno un appuntato di Caserta, i giudici sperano in una svolta. Il carabiniere, appena arrivato, è stato portato in aula. Ha giurato di fronte ai giudici e si è preso 90 giorni per tradurre le registrazioni.
Prima di lui ci aveva provato un agente salernitano, ma non era riuscito a comprendere le parole dell’imputato.