Il presidente dell’Aifa a TPI: “Mi sono dimesso dopo il caso Diciotti, indignato dalla politica cieca del governo. Chi dissente alzi la testa”
"La nave Diciotti è territorio italiano e sul territorio italiano non possiamo rifiutare le cure a nessuno, ce lo dice la Costituzione. E ci dice anche che la Repubblica offre cure gratuite agli indigenti. Ma questo governo non l'ha neanche letta la Costituzione". Stefano Vella parla a TPI
“Mi sono arrabbiato. Come medico e come persona che si occupa di salute, e ho scritto questa lettera di dimissioni”, ha detto a TPI Stefano Vella, presidente dimissionario dell’Agenzia italiana del farmaco.
Vella aveva presentato le sue dimissioni al ministro della salute Grillo e alla conferenza delle Regioni per la vicenda legata alla nave Diciotti.
“Mi sono arrabbiato, ho pensato che quello che stava facendo il governo non andasse bene, da un punto di vista sanitario. A bordo vi erano persone che erano malate, tanto che alcuni sono stati sbarcati dopo l’ispezione del Ministero. Quindi c’era un bisogno sanitario che non era stato soddisfatto”, ha proseguito il medico.
“Non mi è possibile tollerare come medico, di presiedere un ente di salute pubblica in questo momento in cui persone vengono trattate in questo modo sul nostro territorio, dove esiste un sistema universalistico di garanzia della salute. Rispetto il ministro Salvini perché ha messo la sua faccia nelle sue decisioni; ritengo che chiunque si opponga debba farlo come sto facendo in questo momento”, aveva scritto il presidente dell’Aifa nella sua lettera di dimissioni.
“La nave Diciotti è territorio italiano. Sul territorio italiano noi non possiamo rifiutare le cure a nessuno, ce lo dice la Costituzione. La Costituzione dice che la Repubblica si prende cura della salute delle persone, per obiettivi individuali e collettivi, all’articolo 32. E dice anche che offre cure gratuite agli indigenti. Ma questi non hanno neanche letto la Costituzione”, continua Vella a TPI.
“Mi sono indignato e ho criticato il governo, ed essendomi indignato e criticato il governo, mi sono dimesso. In altri paesi si fa così, se critichi il tuo governo non stai in un’agenzia governativa. Mi sono dimesso per questo. Non puoi star lì criticando. Se critichi ti devi dimettere. Non mi sono dimesso per la Diciotti, mi sono dimesso perché ho criticato il governo e quindi conseguentemente vado via. Sono un dipendente pubblico, e l’Agenzia del farmaco dipende dal governo. Non avrebbero potuto mandarmi via, non sono sotto spoil system, ma la dignità umana ha una sua ragione di essere superiore. Era una conseguenza naturale. Essendo anche direttore del Centro per la salute globale, istituzione che si occupa della salute dei popoli della terra, era dai tempi dell’Acquarius che ho pensato che questa politica fosse assolutamente cieca”, spiega ancora Vella.
“Non è così che si risolve il problema della migrazione, che è un fenomeno epocale, inarrestabile, che va certo regolato. Non mi sono occupato del problema della migrazione in sé, ma del trattamento delle persone sul nostro territorio, che non fa onore alla tradizione civile di questo paese e che mi fa male quando vado in giro per il mondo”, ha detto poi il presidente dimissionario.
“In seguito alla mia lettera ho ricevuto attestazioni di solidarietà, da persone che hanno pensato che fosse utile alzare la testa. Non mi sono immolato, non ho fatto nulla di speciale, ma penso che se uno dissente lo debba dire. Sicuramente il problema dell’Italia non sono un centinaio di migranti che arrivano, è uno dei problemi globali ma certo non è il più importante”, conclude Vella.