Venezia, preside di un noto liceo si toglie la vita alla vigilia di uno sciopero contro di lui
Preside suicidio Venezia – Venezia è sotto choc per il suicidio di Vittore Pecchini, 57 anni, preside del più importante liceo della città, il classico Marco Polo. L’uomo è stato soccorso sabato scorso intorno alle 17.30 mentre si trovava nel suo camper parcheggiato all’angolo fra Lungomare D’Annunzio e via Francesco Duodo a San Nicolò, poco lontano dalla sua casa.
Pecchini è morto durante il trasporto in ospedale per aver ingerito una dose letale di farmaci. A lanciare l’allarme era stata la sua compagna dopo che le era stata confidata l’intenzione di togliersi la vita.
Quando i soccorsi sono arrivati, la vittima ormai versava già in condizioni molto gravi e a nulla sono valse le manovre per rianimarlo. Ora la salma, trasportata nell’obitorio dell’ospedale Civile, è a disposizione delle autorità giudiziarie.
“È con profondo dolore che si annuncia l’improvvisa scomparsa del dirigente scolastico prof. Vittore Pecchini”, si legge nel comunicato diramato ieri dal vicepreside del Marco Polo, Paolo Favorido.
Pecchini non era solo preside del noto liceo classico veneziano ma da 4 anni guidava l’intero polo tecnico professionale della città: gli istituti Fermi, Corner, Cini e Venier.
Pecchini era nato a Montecchio Emilia (Reggio Emilia) il 24 agosto 1961 e si era laureato in filosofia a Bologna, con 110 e lode. Poi la vita lo aveva portato in giro per il mondo, vivendo in simbiosi con il mare ed acquisendo titoli professionali di marineria.
“Siamo affranti dalla notizia – raccontano i rappresentanti al “Gazzettino” – ci siamo confrontati con il professor Pecchini in modo trasparente e solo a livello istituzionale, perché avevamo come interlocutori il dirigente scolastico, l’ufficio territoriale e quello regionale.
Il piano istituzionale non aveva nulla a che fare con quello umano e con quel rispetto, stima e considerazione che abbiamo sempre avuto nei confronti di Pecchini”.
Proprio poco tempo fa il dirigente scolastico aveva confidato di non farcela più: “Sono stanco, arcistufo: a scuola mi stanno attaccando tutti, genitori e docenti”.
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