“Per salvarsi la faccia si è tatuato le stelline….”: il post contro Sfera Ebbasta della mamma di una vittima di Corinaldo
Era la notte del 7 dicembre 2018 quando 6 persone sono morte a Corinaldo, nei pressi di Ancona, nel corso della serata organizzata nella discoteca Lanterna Azzurra in occasione del concerto del trapper Sfera Ebbasta.
Da quella notte si è parlato tanto della tragedia accaduta, come anche della sicurezza nelle discoteche e nei locali frequentati dai più giovani. Il ricordo dei fatti accaduti e delle vittime, per lo più giovanissime, sono ancora freschi, come fresco è il dolore dei genitori dei ragazzi che, uscendo per andare ad un concerto e divertirsi, non sono più tornati a casa.
Proprio loro, padri e madri di quelle giovani vittime, non si rassegnano all’accaduto. Come Donatella Magagnini, la madre di Daniele Poggetti, anche lui morto a 16 anni in quella sera alla Lanterna Azzurra.
È stata proprio lei a scrivere un post sulla pagina del gruppo Facebook “Giustizia per le vittime del Lanterna Azzurra” scagliandosi contro il trapper Sfera Ebbasta, il protagonista (o almeno avrebbe dovuto esserlo) di quella serata a Corinaldo dai risvolti tragici e a seguito della quale sono indagate dieci persone, tra cui un minorenne. La madre di Daniele inizia con l’invitare il trapper a “evitare di postare foto da idiota” – riferendosi a una instagram story del cantante postata durante le festività natalizie – perché “il regalo più grande te lo sei fatto portandoti sulla tua coscienza sei morti”. Questo il contenuto integrale del post:
“Premetto che la mia considerazione per Sfera è meno di zero ma comincia a farmi inc…are. Si è fatto vivo solo dopo molti giorni dalla tragedia, per salvarsi la faccia si è tatuato le stelline e mi ha fatto arrivare una sua lettera privata dove diceva che lui era molto provato e pronto a mettersi a disposizione per qualsiasi cosa. Dopo poco ha pubblicato la stessa lettera sui social naturalmente ricordando le date dei concerti così come se niente fosse accaduto.
Ecco caro Sfera colgo l’occasione per risponderti sui social, è più cool. Se davvero eri così addolorato e colpito dell’accaduto, io al tuo posto, se è vero che stavi arrivando alla Lanterna, sarei venuto a verificare sul posto e a vedere che cosa era successo. A te non riesco nemmeno a considerarti, ma ce l’ho a morte con i tuoi collaboratori, i tuoi manager, la tua casa discografica… Penso che sia il loro lavoro preoccuparsi di organizzare al meglio i tuoi concerti o djset… Verificare i locali dove devi cantare. Eh sì, perché la tua fama è mondiale e non puoi cantare in ex magazzini. Ciao Gionata, in bocca al lupo per la tua carriera da grande artista”.