Portogallo, il Presidente blocca la legge che rendeva più facile cambiare genere
La legge avrebbe permesso di cambiare l'indicazione di genere a partire dai 16 anni senza doversi prima sottoporre ad un'operazione chirurgica. In altri paesi invece è ancora obbligatoria la sterilizzazione
Il presidente del Portogallo, Marcelo Rebelo de Sousa, ha bloccato la legge che rendeva più facile per le persone cambiare il genere riportato sui documenti d’identità.
Rebelo de Sousa ha chiesto al Parlamento, che aveva approvato la norma un mese fa, di elevare l’età minima a 18 anni.
La legge approvata dal Parlamento portogherse
Il parlamento del Portogallo aveva reso più facile per le persone cambiare il genere riportato sui documenti d’identità.
I cittadini dai 16 anni in su avrebbero potuto cambiare il loro genere e il loro nome sui documenti ufficiali senza bisogno di un certificato medico né di un’operazione chirurgica.
Gli attivisti LGBT avevano accolto positivamente la legge “innovativa” che rispettava il diritto all’autodeterminazione.
Secondo i più critici, il cambio di genere sui documenti doveva essere concesso ai maggiori di 18 anni e solo dopo aver ottenuto un certificato medico che dimostrasse l’effettivo cambio di sesso.
La legge era stata approvata con 109 voti a favore ed era stata accolta con un applauso in Parlamento.
I minori tra i 16 e i 18 anni dovevano avere il permesso dei genitori per cambiare il genere. In precedenza, questa operazione era permessa solo ai maggiori di 18 anni in possesso di uno specifico certificato medico.
La novità maggiore introdotta dalla legge in Portogallo era che non era necessario sottoporsi ad un intervento chirurgico di cambio di sesso per modificare il genere riportato nei documenti ufficiali.
Le leggi sul cambio di genere nei paesi europei
In molti paesi dell’Europa è possibile cambiare il genere riportato sulla carta d’identità solo dopo essersi sottoposti ad un intervento chirurgico.
La comunità LGTB combatte da anni per l’abolizione di questo requisito, che limita il diritto all’autodeterminazione delle persone.
Non tutti infatti vogliono operarsi e cambiare sesso, preferendo modificare solo il genere nei propri documenti: una simile operazione infatti può portare all’infertilità. Tuttavia in alcuni Stati ciò è considerato un requisito obbligatorio per poter cambiare l’indicazione relativa al genere.
Nel 2017 la Corte europea per i diritti dell’uomo ha stabilito che richiedere la sterilizzazione per il riconoscimento legale del cambio di genere viola i diritti umani. Ad aprile infatti tre francesi avevano fatto ricorso alla Corte contro la legge vigente al tempo in Francia che obbligava chi volesse cambiare genere a sterilizzarsi.
La sentenza però non obbliga i paesi che riconoscono la Corte a cambiare le leggi in merito all’autodeterminazione di genere.
L’organizzazione Transgender Europe ha creato una mappa e un indice in cui sono raccolti i dati relativi alle leggi sull’autodeterminazione del sesso nei vari paesi europei.
Il sito è aggiornato ogni anno dal 2013.
Malta, Irlanda, Danimarca e Norvegia sono i paesi in cui cambiare genere è più semplice.
In Belgio, Svizzera, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Grecia, Russia e altri paesi dell’est europa è obbligatorio ricorrere alla sterilizzazione.
Peggiore la situazione in Macedonia, Albania, Ungheria, Kosovo, Andorra, Monaco, San Marino e Liechtenstein dove non è legale cambiare genere.
In Italia è possibile cambiare sesso all’anagrafe senza ricorrere ad un intervento chirurgico dal 2015, secondo quanto stabilito da una sentenza della Corte costituzionale.
Da dove viene l’idea della sterilizzazione?
Nei primi anni del 1970 la Svezia ha riconosciuto il diritto delle persone transgender di modificare il proprio sesso sulla carta d’identità, ma solo a seguito di un’operazione di sterilizzazione. Questa legge si basava sull’idea che i transgender fossero malati mentalmente che non fossero dunque capaci di occuparsi dei figli.
La sterilizzazione è rimasto un requisito necessario in Svezia fino al 2013.
Né uomo né donna
La Corte costituzionale tedesca ha stabilito che sarà possibile registrare un terzo genere sui documenti di nascita. La Germania sarà il primo paese a offrire l’opzione di identificare un individuo né come maschio né come femmina.
La Corte costituzionale ha dato tempo al governo fino alla fine del 2018 per approvare una legge che preveda la possibilità di essere riconosciuti in una categoria diversa da quella maschile o femminile, affermando che le normative vigenti in materia di stato civile sono discriminatorie nei confronti delle persone intersessuali.
Le persone intersessuali sono coloro che hanno cromosomi sessuali e organi genitali che non possono essere definiti esclusivamente maschili o femminili. Ne abbiamo parlato in questo articolo.