Ricostruzione Ponte Morandi: l’antimafia blocca una delle imprese
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Dopo quattro mesi dal crollo del ponte Morandi di Genova, avvenuto il 14 agosto 2018, sono iniziati i lavori di demolizione di ciò che resta del viadotto, per procedere con la ricostruzione.
Il sindaco-commissario ha affidato i lavori di ricostruzione a Fincantieri e Salini-Impregilo, dati già per favoriti. La ditta Salini-Impregilo si basa sul progetto del famoso architetto Renzo Piano.
Il 14 maggio 2019 una delle aziende che si occupa della ricostruzione ha ricevuto un’interdittiva dell’antimafia. L’azienda, infatti, è ritenuta “permeabile ed esposta al pericolo di infiltrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso”.
Il fermo è stato disposto dal prefetto di Genova, Fiamma Spena, ed è stato notificato alla Tecnodem Srl, la società incriminata con sede a Napoli, dalla Dia.
Ponte Morandi demolizione
I lavori di demolizione a Genova – L’8 febbraio 2019 è iniziata la demolizione del primo grande pezzo di ponte Morandi: il moncone ovest.
“Questa è la dimostrazione che si rispettano i tempi e le promesse e che Genova può tornare a guardare al futuro con ottimismo”, ha detto il governatore ligure Giovanni Toti.
“È una giornata dal valore simbolico perché per la prima volta vediamo un pezzettino di ponte muoversi davvero e questo cambia lo skyline drammatico che ci accompagna dal 14 agosto, ma il lavoro sarà complesso, ci saranno giornate meno spettacolari di oggi ma altrettanto importanti” ha detto Toti.
Sui luoghi del cantiere anche il premier Giuseppe Conte: “Ci eravamo impegnati perché questa ricostruzione avvenisse entro il 2019: possiamo confidare che il ponte sarà in piedi entro la fine anno. Bisognerà attendere i primi mesi 2020 per l’inaugurazione”.
“Oggi è un giorno importante perché scandiamo il primo passo di un percorso che speriamo sia il più breve possibile”.
Ponte di Genova: Bucci, “Dal 15 aprile 2020 sarà percorribile”
Le previsioni – “Il ponte dovrà essere visibile, almeno per quanto riguarda gli impalcati a fine 2019 e dovrà essere percorribile il 15 aprile del 2020”. Lo ha annunciato il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione del viadotto Polcevera, Marco Bucci. Il 18 gennaio 2019 è stato firmato il contratto unico per l’affidamento dei lavori di demolizione e ricostruzione.
“Il 31 marzo resta la data in cui inizia la ricostruzione, che avverrà contemporaneamente ai lavori di demolizione già iniziati”, ha detto Bucci.
“Oggi è un bel giorno per Genova perché firmiamo il contratto unico per la demolizione e la ricostruzione del ponte. Demolitori e costruttori lo firmano insieme ma mantengono ciascuno le proprie responsabilità”, ha detto ancora Bucci.
“Vogliamo dare un segnale al mondo: in Italia le cose belle si fanno bene a costi giusti e in tempi brevi”.
“Sarà durevole, che stia in piedi mille anni. Bello, solido, semplice”, ha detto Renzo Piano.
Nella squadra delle ditte demolitrici non ci sarà più Vernazza Autogru, per il timore di dover pagare una penale del 10 per cento del contratto (circa 20 milioni) su eventuali ritardi nei lavori. Rimangono Omini, Fagioli, Ireos, Ipe Progetti.
L’Ad di Fincantieri che con Salini Impregilo ricostruirà il viadotto rassicura: “Non ci saranno penali perché i tempi verranno rispettati”.
Ponte Morandi progetto
L’annuncio del progetto vincitore – L’importo totale per la ricostruzione del Ponte Morandi, affidata a Salini Impregilo-Fincantieri-Italferr, è di 202 milioni di euro. L’ufficializzazione è arrivata come previsto alle 17 del 18 dicembre sul sito della struttura commissariale con la pubblicazione del decreto numero 19. Poi l’annuncio del sindaco e commissario Bucci.
“Il ponte Morandi non si chiamerà più così” ha annunciato il sindaco di Genova in conferenza stampa, che ha spiegato che Renzo Piano sarà il supervisore dell’intero progetto.
Ponte Morandi ricostruzione: la demolizione
Il cantiere per la demolizione dei monconi del Morandi è stato aperto nella sera del 14 dicembre e sarà inaugurato il giorno seguente. Le prime fasi prevedono il posizionamento delle gru che nei prossimi mesi smonteranno ciò che resta della struttura.
I lavori entreranno nel vivo dopo che la magistratura disporrà il dissequestro dell’area. Martedì 18 il sindaco Bucci firma il decreto di ricostruzione.
La demolizione, secondo i piani, durerà 5 mesi. Il primo cittadino ha firmato il 14 dicembre 2018 il decreto sulle procedure di intervento sui resti del Morandi e ha annunciato i nomi delle aziende che si occuperanno di demolirlo. L’appalto è stato affidato a un gruppo di 5 aziende: Fagioli, Fratelli Omini, Vernazza Autogru, Ipe Progetti e Ireos.
Ponte Morandi Genova ricostruzione
Il 26 novembre 2018 era scaduto il termine entro il quale le aziende interessate a partecipare alla costruzione del nuovo ponte Morandi a Genova dovevano esprimere il proprio interesse.
Agli uffici del Comune genovese sono arrivati “più di dieci e meno di venti” progetti, secondo quanto riferito dal sindaco Marco Bucci, che è anche commissario straordinario alla ricostruzione dell’opera, crollata il 14 agosto.
Queste manifestazioni di interesse si dividono in due filoni.
Il primo gruppo di progetti riguarda la demolizione del ponte Morandi, il secondo quello relativo alla sua ricostruzione. Saranno due soggetti diversi, infatti, a occuparsi della demolizione e poi della ricostruzione.
Tra i progetti presentati c’erano quello elaborato in collaborazione da Fincantieri (capofila), Salini Impregilo e Italferr, che si basa sul piano del famoso architetto Renzo Piano. Questo progetto prevede un anno di lavori, per un costo di circa 200 milioni di euro.
In lizza per il nuovo ponte anche un altro famoso architetto, lo spagnolo (naturalizzato svizzero) Santiago Calatrava, su cui si basa il progetto dell’azienda friulana Cimolai.
Tra le società in pista ci sarebbe anche la Italiana costruzioni, che ha i suoi quartier generali tra Roma e Milano.
TPI aveva intervistato Italiana Costruzioni, lo studio di ingegneri e architetti che ha deciso di sfidare archistar del calibro di Renzo Piano e Santiago Calatrava per la ricostruzione del Ponte Morandi. Tra loro anche giovani e giovanissimi.
“Il ponte è tutto in acciaio, perché per costruirlo nell’arco dell’anno dobbiamo farlo così. Prima era in cemento armato”, spiega Vincenzo Costantino. “Poi viene passata una parte di calcestruzzo. Sull’acciaio si spande poi l’asfalto. I lavori partono a gennaio 2019 e devono finire nell’arco dell’anno. Il nostro studio snello ci permette essere reattivi e poter iniziare il prima possibile. Possiamo essere subito sul campo. Un valore aggiunto rispetto agli altri”, ha proseguito.
Il ponte Morandi da anni al centro di polemiche
Il ponte era soggetto a “manutenzione da tempo e aveva qualche problema”, ha affermato il sottosegretario alle infrastrutture, Edoardo Rixi.
Autostrade per l’Italia ha comunicato che sulla struttura erano in corso lavori di consolidamento della soletta del viadotto e che, come da progetto, era stato installato un carro-ponte per consentire lo svolgimento delle attività di manutenzione.
I lavori e lo stato del viadotto, informa una nota, erano sottoposti a costante attività di osservazione e vigilanza da parte della Direzione di Tronco di Genova. Le cause del crollo “saranno oggetto di approfondita analisi non appena sarà possibile accedere in sicurezza ai luoghi”.
“Non mi risulta che il ponte era pericoloso e che andava chiuso. Autostrade per l’Italia ha fatto e continua a fare investimenti”, ha detto l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci, intervistato dal Gr1.
L’ingegnere Antonio Brencich, professore associato di Costruzioni in cemento armato dell’Università di Genova, aveva denunciato problemi strutturali già nel 2016. “Il Viadotto Morandi ha presentato fin da subito diversi aspetti problematici, oltre l’aumento dei costi di costruzione preventivati, è necessario ricordare un’erronea valutazione degli effetti differiti (viscosita’) del calcestruzzo che ha prodotto un piano viario non orizzontale”, aveva affermato.
La sua analisi sul viadotto era apparsa il 29 luglio 2016 sul portale ingegneri.info.
Secondo l’ingegnere genovese, il ponte, a causa dei suoi numerosi problemi, aveva un costo di manutenzione talmente esorbitante da risultare più conveniente demolirlo per costruirne uno nuovo.
“Ancora nei primi anni ’80 chi percorreva il viadotto era costretto a fastidiosi alti-e-bassi dovuti a spostamenti differiti delle strutture dell’impalcato diversi da quelli previsti in fase progettuale. Solo ripetute correzioni di livelletta hanno condotto il piano viario nelle attuali accettabili condizioni di semi-orizzontalità”.
La storia del ponte Morandi
Il ponte fu costruito tra il 1963 e il 1967 dalla Società Italiana per Condotte d’Acqua. È noto come “Viadotto Morandi”, o anche “Ponte delle Condotte” dalla società che lo costruì, e “Ponte di Brooklyn” per la sua forma che ricorda il celebre ponte americano.
Il ponte, a trave strallata, lungo 1.182 metri, con un’altezza al piano stradale di 45 metri e piloni in cemento armato che raggiungono i 90 metri di altezza.
Il ponte fu inaugurato il 4 settembre 1967 dal presidente della Repubblica Giuseppe Saragat.
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