Ponte Morandi, una perizia della Procura parla di difetti di costruzione
Secondo i consulenti della procura, sono stati utilizzati negli stralli del ponte meno cavi del previsto e risulta l'assenza delle guaine protettive dei cavi stessi
Si sta facendo strada in queste ore l’ipotesi di un problema strutturale originario come causa del crollo del ponte Morandi a Genova.
Da una perizia della Procura di Genova, che sta indagando su cause e responsabilità del disastro, emerge infatti un rilievo dei consulenti sui difetti di costruzione della struttura.
I resti “sensibili” del ponte Morandi sono stati portati all’interno di un capannone che si trova nella “zona rossa”.
Lì sono stati analizzati dai consulenti della Procura, gli ingegneri Piergiorgio Malerba e Renato Buratti, che si sono accorti che la struttura del ponte non coincide con il progetto originario.
Secondo il quotidiano ligure Il Secolo XIX gli ingegneri si sono accorti che risulterebbe una differenza importante tra i materiali previsti nel progetto iniziale dell’infrastruttura e quelli effettivamente utilizzati in fase costruttiva.
In particolare, sarebbero stati utilizzati negli stralli del ponte meno cavi del previsto e vi sarebbe “un’assenza talmente diffusa di guaine protettive di quegli stessi cavi, in determinati punti, tale da far presumere un deterioramento completo”.
Quest’anomalia poterebbe gettare nuova luce sul crollo avvenuto la mattina del 14 agosto, che ha causato la morte di 43 persone.