Ponte della Magliana a Roma: “Elevate possibilità di crollo”
A dirlo è il Professor Remo Calzona, allievo di Riccardo Morandi, che lancia l'appello al Campidoglio: "Il ponte va chiuso"
Dopo la tragedia del crollo del ponte Morandi di Genova, su cui scorreva l’ultimo tratto dell’autostrada A10, cresce l’allarme per altre infrastrutture ritenute a rischio. Sono decine in Italia, ma a Roma ce n’è una progettata dallo stesso Riccardo Morandi che ha ideato il ponte di Genova.
Si tratta del ponte che costeggia il Tevere, nel quartiere Magliana: il viadotto della Magliana. Quel tratto di strada è attraversato ogni giorno da centinaia e centinaia di auto e mezzi che provengono o viaggiano in direzione Fiumicino.
A lanciare l’allarme la Facoltà di Ingegneria della Sapienza. In un convegno a dicembre 2017, alcuni professori e il preside della facoltà di ingegneria, Antonio D’Andrea, si sono riuniti per parlare dei ponti storici di Roma.
Il professore Remo Calzona, ordinario di Tecnica della Costruzioni in un relazione tecnica sostiene che il ponte sia insicuro.
Di dimensioni ridotte, il ponte romano non può che ricordare quello di Genova crollato il 14 agosto. Non solo per la soluzione strutturale in cui si presenta, ma anche per i materiali utilizzati.
E proprio il Professor Remo Calzona, per decenni docente di Tecnica delle costruzioni a La Sapienza, allievo di Morandi, torna a lanciare l’allarme in una lunga ed esaustiva intervista al Corriere della Sera, spiega le ragioni della sua preoccupazione e chiede al Campidoglio di provvedere alla messa in sicurezza dell’area.
“Il ponte della Magliana ha oggi elevate possibilità di un crollo”, ha detto il Professore, senza lasciare spazio a dubbi. “Questa struttura presenta da tempo gravi difetti. Intanto, non è mai stata collaudata. Non sono state fatte prove di carico e di tensione. È un ponte fuorilegge da quando è stato aperto, nel 1950”.
Ma della pericolosità del ponte si parla ormai da decenni, tanto che a metà anni Settanta fu il Comune stesso a creare una commissione d’inchiesta che, in sostanza, sostenne che la struttura non andava utilizzata.
Nulla di fatto, però: il ponte era necessario a snellire il traffico in quella porzione di Roma. Troppo utile per essere chiuso, dunque continua a servire il quadrante sud-ovest della città, senza che nessuno si preoccupi della gravità della situazione.
“Il rischio di collasso è nell’ordine delle cose. Ha superato di quasi vent’anni il termine della vita di questo tipo di strutture, e sono anni che i danni subiti sono sotto gli occhi di tutti”, avverte ancora il Professore.
Ovviamente non c’è modo di capire quando questo potrebbe accadere, ma è necessario un intervento che preveda, come minimo, un alleggerimento del traffico, se proprio non si dovesse riuscire ad arrivare alla soluzione ottimale della chiusura.
“Il Campidoglio dovrebbe immediatamente chiudere il ponte ricordandosi che non è mai stato collaudato e che presenta da tempo forti segni di rischio crollo. Si tratta semplicemente di applicare la legge”.