Genova: indagate 20 persone e Autostrade per il crollo del ponte Morandi
Le ipotesi di reato sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti
La Procura di Genova ha iscritto al Registro degli indagati venti persone e la società Autostrade per l’Italia per il crollo del ponte Morandi di Genova.
La notizia è stata resa nota nella tarda mattinata di giovedì 6 settembre 2018.
Gli indagati sono manager, dirigenti e funzionari del ministero delle Infrastrutture dei Trasporti.
Si tratta, in particolare, di responsabili di Autostrade e Spea, l’azienda di progettazione che fa parte sempre del gruppo Atlantia della famiglia Benetton, e di funzionari del ministero che hanno avuto un ruolo nella approvazione dei lavori di messa in sicurezza del ponte.
Le ipotesi di reato sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti.
Autostrade per l’Italia è indagata per responsabilità amministrativa: alla società viene contestato, oltre al reato di disastro colposo e di attentato alla sicurezza dei trasporti, anche l’omicidio colposo aggravato dal mancato rispetto delle norme antinfortunistica.
Il 14 agosto il crollo del ponte Morandi, lungo l’autostrada A10 Genova-Savona, ha provocato la morte di 43 persone.
In seguito al disastro il Governo ha annunciato la revoca della concessione in base alla quale Autostrade per l’Italia gestisce la A10.
Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza aveva individuato e depositato in Procura una lista di persone che conoscevano le criticità del viadotto Morandi da almeno tre anni.
Dell’elenco facevano parte tre nomi del ministero, tre big di Spea, cinque i funzionari pubblici, tre della Direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali.