Perché mai fare il bucato dovrebbe essere un compito solo per mamme?
Un spot mostra la profonda disparità di genere nelle mansioni di casa e come questa venga instillata nei bambini sin da piccoli quando giocano a fare gli adulti
Ariel India, Procter & Gamble e l’agenzia pubblicitaria BBDO Worldwide hanno realizzato uno spot pubblicitario che mette in evidenza la profonda disparità di genere nelle mansioni di casa e come questa venga instillata nei bambini sin da piccoli quando giocano a fare gli adulti.
Il video mostra una madre che torna a casa, esausta, dal suo lavoro di tutti i giorni. In quel momento la sua giornata non è affatto finita. Forse è solo a metà, perché la aspettano ancora le mansioni che deve iniziare a svolgere non appena varcata la porta di casa.
Preparare da mangiare, rispondere al telefono, accertarsi che le bollette siano pagate in tempo e che i figli abbiano fatto i compiti per scuola, preparare loro il pranzo per il giorno, fare il bucato e molto altro ancora. Tutto questo è incluso nel contratto del lavoro più difficile al mondo: fare la mamma.
Eppure, una domanda sorge spontanea: perché queste mansioni devono essere svolte solo dalle madri e non anche da padri o da tutti quanti i membri della famiglia? Il video pubblicitario qui di seguito, che fa parte della campagna sociale lanciata da Ariel India #ShareTheLoad (Dividetevi le mansioni di casa), invia un importante messaggio sulla disparità di genere che ancora oggi persiste, nonostante tutto, all’interno delle famiglie.
Tutto questo deriva in larga parte dai comportamenti che bambini e bambine vedono a casa sin da quando sono piccoli: una dinamica – quella della madre che torna dopo lavoro e si fa in tre per la famiglia – che si ripete troppo spesso come un tradizionale rito della nostra cultura. E che si riflette anche negli atteggiamenti che i bambini stessi poi mettono in pratica quando fingono di essere adulti e giocano a svolgere le mansioni di casa. Non dovrebbe essere sempre così.
La direttrice operativa di Facebook, Sheryl Sandberg, ha condiviso il video sulla sua pagina Facebook mercoledì 24 febbraio: “Questo è uno dei video più efficaci che abbia mai visto”, ha scritto. Il filmato è già stato condiviso quasi 100mila volte.