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Rogoredo, donna partorisce nel “boschetto della droga” e il bambino nasce già in astinenza da eroina

Immagine di copertina

Una ragazza di 28 anni di origini ucraine partorisce il suo bambino in una cascina diroccata, di notte, poco dopo aver assunto una dose di droga. Il bambino, dopo le analisi in ospedale, nasce già in astinenza da eroina.

Questo è l’ultimo, straziante episodio che si è verificato nel boschetto della droga di Rogoredo, alla periferia sud-est del capoluogo lombardo, luogo noto per essere una delle principali piazze di spaccio in Italia.

Secondo quanto riferito dal 118, la madre aveva assunto droga in gravidanza, e quindi è stata portata insieme al figlio alla clinica Mangiagalli. Ora il piccolo dovrà essere sottoposto a terapie specifiche.

I medici dell’ambulanza e i poliziotti delle volanti l’hanno visto nascere poco dopo l’una e 40 della notte tra domenica e lunedì, dentro la cascina diroccata di via Orwell, dove ci sono alcune tende, qualche angolo con le coperte a terra, rifugio per tanti ragazzi che comprano eroina al boschetto di Rogoredo e poi nella cascina tornano a iniettarsi la droga.

A dare la notizia, il Corriere della Sera, dove è stata raccontata l’intera vicenda.

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Come spiega il quotidiano, il bambino è ricoverato in terapia intensiva neonatale, dove ha risposto bene a tutti gli esami, e per il momento l’unica crisi che dovrà affrontare è la neonatal abstinence syndrome, da cui i piccoli di solito si liberano del tutto nel giro di tre o quattro settimane.

I medici della clinica “Mangiagalli” lo accompagneranno fuori dalla dipendenza che ha ereditato dalla mamma: l’eroina nel sangue che ogni giorno passava nel cordone ombelicale, nella placenta; il piccolo l’assorbiva insieme al nutrimento, che per il resto lo ha fatto crescere in buona salute.

Alcuni operatori delle associazioni raccontano che a Rogoredo, in queste settimane, si nota un’altra ragazza in gravidanza che frequenta abbastanza regolarmente la zona.

La polizia e i responsabili dell’ospedale hanno già inviato la segnalazione al Tribunale per i minorenni, che ha aperto un fascicolo in cui confluiranno per ora tutti gli aggiornamenti sanitari e le prime relazioni dei servizi sociali: perché conclusa la gestione dell’emergenza medica i magistrati avranno in carico l’esistenza di quel bambino e dovranno valutare se la mamma avrà la forza, la volontà, la possibilità di vivere con lui.

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