Giulio Regeni, il padre a Che tempo che fa: “Il procuratore del Cairo ci riporti i vestiti di nostro figlio”
Il padre di Giulio Regeni, ospite di Che Tempo Che fa, la trasmissione di Fabio Fazio, torna a fare un appello per il figlio, ucciso al Cairo nel 2016 e su cui non è ancora stata fatta chiarezza.
Claudio Regeni si è rivolto direttamente al procuratore del Cairo, chiedendogli di mantenere la sua promessa: “Nel 2016 abbiamo incontrato il procuratore generale del Cairo Nabil Ahmed Sadek a Roma. Guardandoci negli occhi ci aveva detto che avrebbe catturato tutti i responsabili del rapimento, tortura e uccisione di Giulio. Chiedo di mantenere quella promessa e di incontrarci di nuovo a Roma. Ci farebbe piacere riavere i vestiti che Giulio indossava quando lo hanno ritrovato”.
Il 25 gennaio scorso “abbiamo fatto un evento a Fiumicello e in altre 100 piazze. Vorremmo ringraziare le persone che ci stanno vicine con dedizione e rispetto negli ultimi 3 anni”, hanno detto Claudio e Paola Regeni su Rai 1.
“Il sindaco di Milano, Sala, si e’ fatto promotore di un appello che lancerà anche agli altri sindaci e che invieranno al premier Conte affinché le istituzioni rimangano al nostro fianco, perché lui fin dall’inizio ha detto che è l’avvocato degli italiani. Noi sentiamo che il governo vuole la verità”, proseguono.
“Noi fin da sempre abbiamo detto che non vogliamo finte verità e depistaggi, noi vogliamo sapere tutto quello che è successo per arrivare ad una verità processuale. Le indagini sono ad un punto morto, non ci sono corrispondenze dal fronte egiziano. Pignatone ha detto che siamo allo stallo”, dicono ancora i genitori del ricercatore morto ormai 3 anni fa.
“Noi non eravamo d’accordo con il ritorno dell’ambasciatore. È passato un anno e mezzo, tante cose sono state fatte in Egitto, ma sicuramente la verità non è stata trovata”. L’ambasciatore “aveva come mandato prioritario la ricerca della verità e della giustizia per Giulio. Per noi e’ tempo di richiamarlo per consultazioni. Abbiamo imparato questa terminologia. Il ritorno è stato fallimentare al massimo”.