L’Ordine dei giornalisti contro Di Maio: “Chi si comporta in questo modo non è gradito. Restituisca il tesserino”
Dopo l'annuncio di una legge sull'editoria e gli insulti ai cronisti, Carlo Verna, il presidente dell'Ordine dei giornalisti, risponde al vicepremier: "da presidente dei giornalisti gli chiedo di valutare seriamente la possibilità di lasciare spontaneamente la nostra comunità"
Il giorno in cui Virginia Raggi è stata assolta, il ministro Luigi Di Maio ha insultato i cronisti e annunciato una sua legge sull’editoria: “Il peggio in questa vicenda lo hanno dato invece la stragrande maggioranza di quelli che si autodefiniscono ancora giornalisti, ma che sono solo degli infimi sciacalli, che ogni giorno per due anni, con le loro ridicole insinuazioni, hanno provato a convincere il Movimento a scaricare la Raggi”.
“Pagine e pagine di fakenews, giornalisti di inchiesta diventati cani da riporto di mafia capitale, direttori di testata sull’orlo di una crisi di nervi, scrittori di libri contro “la casta” diventati inviati speciali del potere costituito”, ha detto il vicepremier.
Carlo Verna, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, ha risposto alle affermazioni del vicepremier: “gli insulti del ministro Di Maio si commentano da soli come è stato già stigmatizzato dai colleghi della Fnsi. Sono giudizi espressi nell’esercizio del suo mandato e per questo non prendo iniziativa di trasmetterli al Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti della Campania cui è iscritto”.
“Ma, mentre da cittadino mi chiedo se sia questo il modo di esercitare un alto mandato, da presidente dei giornalisti gli chiedo di valutare seriamente la possibilità di lasciare spontaneamente la nostra comunità, nella quale ha diritto di stare, ma in cui chi si comporta così non è assolutamente gradito”, ha concluso.
Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, hanno dichiarato: “Eppure molti di quei cronisti oggi insultati hanno denunciato in anticipo Mafia Capitale e non hanno risparmiato nulla neppure al precedente sindaco, Ignazio Marino. Ieri andavano bene e oggi no?”.
“Di Maio e chi, come lui fra i 5 Stelle, sogna un’informazione al guinzaglio deve farsene una ragione: non saranno le minacce e neppure gli insulti a impedire ai giornalisti di fare il loro lavoro. Le sue frasi sono la spia del malessere di chi vede vacillare un consenso elettorale costruito su annunci e promesse irrealizzabili”, hanno affermato.
“Quanto agli ‘infami’ e agli ‘sciacalli’, è sicuro, il vicepremier, di non parlare anche di se stesso, considerato che il suo nome continua a figurare fra quelli degli iscritti all’Ordine dei giornalisti?”, hanno concluso Lorusso e Giulietti.