Omicidio Regeni, la famiglia stila la lista dei sospettati per la morte di Giulio: ora in tutto sono venti
Omicidio Regeni. Oltre ai cinque indagati comunicati dalla Procura di Roma (qui i nomi degli indagati) “ce ne sono altri 15”. A comunicarlo è direttamente la famiglia di Giulio Regeni tramite la legale Alessandra Ballerini: “Abbiamo altri 15 nomi di soggetti sospettati”.
Sono quasi tutti, secondo quanto comunicato dalla legale della famiglia Regeni, appartenenti alla Nacional Security, “ma pensiamo che alla fine siano state almeno 40 le persone coinvolte nel sequestro, nella tortura e nell’uccisione di Giulio” .
La “lista degli indagati” è stata comunicata durante la conferenza stampa a Roma, nella sede della Federazione nazionale della stampa alla presenza dei genitori del 28enne ricercatore scomparso al Cairo il 25 gennaio 2016 e trovato senza vita 9 giorni dopo.
“Tutte queste persone devono avere paura” prosegue l’avvocato Ballerini “anche se a carico dei cinque già indagati ci sono elementi più solidi”. Sugli altri “stiamo raccogliendo le prove. Sappiano tutti che gli conviene parlare per primi, non per ultimi, e che possono rischiare l’arresto se pensano di lasciare impuniti l’Egitto”.
Sul caso Regeni “in tanti hanno detto il falso, dal medico legale che ha fatto l’autopsia a chi ha trovato il cadavere per non parlare di quegli ufficiali della Ns che eliminarono la presunta banda di cinque criminali sostenendo che fossero i sequestratori di Giulio”.
Per l’avvocato Ballerini, “tanto fango è stato gettato sul conto di Regeni da parte degli egiziani. Molti di quelli coinvolti nella sua vicenda si sentono intoccabili, ma noi contiamo sulla loro paura e sulla loro coscienza”.
Caso Regeni, l’appello dei genitori
“Continuate a stare con noi” è l’appello lanciato dalla famiglia di Giulio Regeni. “Siamo in una fase importante, non molliamo”. L’iscrizione di cinque indagati da parte della procura “rappresenta un grande passo, arrivato perché nessuno ha ceduto. In Egitto sappiano che noi non cederemo neanche in futuro”.
“Continueremo la nostra battaglia per la verità e la giustizia” continuano Claudio e Paola Regeni “e ringraziamo tutti quelli che hanno dimostrato affetto e vicinanza in questi 34 mesi. Siamo diventati una squadra”.