No Tav, trent’anni di carcere per gli scontri del giugno 2015 in Valsusa
I 18 imputati erano accusati, a vario titolo, di resistenza aggravata, lesioni, lancio di artifizi pirotecnici e materiale esplodente
Sedici persone sono state condannate e due assolte il 12 ottobre 2018 al processo di primo grado per gli scontri del 28 giugno 2015 in Val Susa tra i manifestanti e forze dell’ordine in occasione della marcia No Tav.
In quell’occasione, un migliaio di persone partite da Exilles hanno violato l’ordinanza emessa dalla prefettura per raggiungere in corteo il cantiere dell’alta velocità.
I manifestanti a quel punto hanno lanciato sassi e fuochi d’artificio contro gli agenti, quattro dei quali rimasero feriti, due per ustioni.
I 18 imputati erano accusati, a vario titolo, di resistenza aggravata, lesioni, lancio di artifizi pirotecnici e materiale esplodente.
Le condanne emesse vanno dai 4 mesi ai 3 anni e 10 mesi e fra gli imputati c’è anche la “pasionaria” del Movimento No Tav, Nicoletta Dosio, che è stata condannata a 1 anno e 8 mesi. La donna, di 73 anni, è un’insegnante di greco in pensione. Tra gli assolti, invece, Marisa Meyer.
Alla lettura della sentenza erano presenti numerosi esponenti del movimento No Tav, tra cui Francesca Frediani, consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle in Piemonte.
“In tribunale ad ascoltare la sentenza per il processo sui fatti del 28 giugno 2015. Io sono al mio posto, sia chiaro a tutti. #Notav“, ha scritto la consigliera sul suo profilo Facebook.
Un presidio di No Tav era inoltre riunito davanti al palazzo di Giustizia in attesa della fine dell’udienza.
“Le richieste del pm sono state praticamente dimezzate ma rispetto all’entità dei fatti rimangono alte. Sicuramente faremo ricorso”, ha commentato l’avvocato Emanuele D’Amico, uno dei difensori dei No Tav che sono stati condannati.
“Le condanne comminate agli attivisti No Tav e ai loro simpatizzanti, a mio avviso, sono eccessivamente leggere”, sono state invece la parole di Stefano Maullu, europarlamentare di Forza Italia.
“Stiamo parlando di quel manipolo di balordi che nel 2015, nel corso di una manifestazione in val di Susa, si scontrò con le forze dell’ordine, dando vita a violenti tafferugli. Con questi individui deve essere utilizzato il pugno duro, perché sono autentici nemici dello Stato: chiunque minacci la costruzione di un’infrastruttura strategica come la Tav, a mio avviso, merita una condanna dura”.