Il capo dei comitati No Gronda al Corriere: “Mi sono fidato dei dati di Autostrade per l’Italia”
In passato, Paolo Putti aveva definito il pericolo di crollo del ponte di Genova "una favoletta" e la costruzione della Gronda mera campagna elettorale
Dopo il crollo del ponte di Genova sulla A10 che ha causato la morte di 35 persone, in Italia si è tornato a parlare della Gronda.
L’infrastruttura avrebbe dovuto collegare Genova con le autostrade del nord per fare in modo che il traffico sul viadotto dell’A10 e sul ponte Morandi fosse diluito.
Il progetto è stato fermamente osteggiato dai comitati “No Gronda” del Movimento 5 Stelle.
Su un sito di attivisti del Movimento 5 Stelle (nel quale agli utenti era sufficiente essere iscritti per pubblicare contenuti), precisamente nel comunicato firmato dal Coordinamento dei comitati No Gronda dell’8 aprile 2013, si leggeva: “Ci viene poi raccontata la favoletta dell’imminente crollo del ponte Morandi”.
Nel comunicato, il Coordinamento ribadiva la propria posizione contro la costruzione della Gronda di Ponente, definendola uno mero spot della giunta regionale.
Dopo il crollo del ponte Morandi, il capo dei comitati No Gronda ed ex consigliere comunale M5S ora nella lista civica Chiamami Genova, Paolo Putti, è stato fortemente attaccato sui social per la sua opposizione all’infrastruttura.
In un’intervista al Corriere della Sera, Putti spiega di essere rimasto sorpreso dal crollo del ponte di Genova, una struttura “che non è mai stata messa in discussione” dagli “ingegneri di Autostrade, che avevano il controllo costante della situazione”.
Putti spiega di aver definito in passato il rischio di cedimento della struttura una “favoletta” sulla base dei dati diffusi da Autostrade per l’Italia, secondo cui il ponte era sicuro.
“Se non ti puoi fidare di super ingegneri di chi ti devi fidare per avere un dato scientifico attendibile?”, si chiede Paolo Putti.
Il rimpianto del capo dei comitati No Gronda è di non essersi informato maggiormente circa la stabilità del ponte.
“Se mi avessero detto che c’era questo pericolo avrei puntato su altre soluzioni”, continua Paolo Putti.
Tuttavia, realizzare adesso il progetto della Gronda non è più possibile. Dopo il crollo del ponte di Genova, infatti, lo scenario è del tutto differente ed è necessario “rivalutare tutto dal principio e analizzare nuove ipotesi”.
Paolo Putti non è l’unico ad essere finito al centro delle polemiche. Anche gli altri abitanti della zona che si erano uniti al comitato No Gronda hanno ricevuto insulti e minacce.
“Si trovano a essere insultati e colpevolizzati per una cosa lontana dalle loro responsabilità”, commenta Putti.
• A questo link il racconto in tempo reale dell’incidente di Genova, dove è crollato il ponte Morandi. Qui tutte le ipotesi sulle cause.
Qui abbiamo spiegato perché crollano i ponti. A questo link la testimonianza dell’autista del camion che ha frenato a un passo dal baratro sul ponte di Genova. Qui abbiamo spiegato quanti sono e quali sono i ponti a rischio in Italia.
A questo link invece il documento (ora rimosso) in cui si diceva che il crollo del ponte Morandi a Genova era una “favoletta”. Qui l’articolo sull’ingegnere che aveva “predetto” la pericolosità del ponte crollato a Genova. A questo link abbiamo raccolto tutte le foto e i video della tragedia, e le pagine dei giornali stranieri.