Cosa succede oggi nel mondo
La difesa disperata di Fillion, il processo dei nazionalisti in Catalogna, lo scambio di razzi fra Israele e Gaza
Francia: la saga cosiddetta “del Penelopegate” continua, visto che il candidato alla presidenza Fillon non vuole farsi da parte. In una conferenza stampa ha detto di volersi scusare, ma non ritirare, visto che i soldi pubblici devoluti ai familiari per presunte prestazioni professionali li avrebbero visti effettivamente al lavoro.
Stati Uniti: l’altra saga è quella che vede il presidente Donald Trump alla prese con il contropotere giudiziario che vuole bloccare il suo provvedimento migranti. Preparandosi alla battaglia legale per reintrodurre le misure, l’amministrazione fa sapere che “la costituzione dà al governo federale poteri esclusivi su tutto il paese in fatto di migrazione”.
Israele: nella serata di ieri i membri della Knesset, il parlamento israeliano, hanno approvato una nuova legge molto controversa che riguarda gli insediamenti in Cisgiordania. In sostanza, gli insediamenti costruiti su terra privata palestinese potranno essere legalizzati retroattivamente imponendo ai proprietari legittimi di accettare una riparazione economica.
Gaza: nel frattempo Hamas e l’esercito israeliano si scambiano avvertimenti. Dopo un razzo che dalla striscia ha colpito il sud di Israele, senza causare vittime, l’aviazione di Gerusalemme ha colpito sei obiettivi legati ai miliziani di Hamas a Gaza.
Siria: la cittadina settentrionale di al-Bab, controllata dal sedicente Stato islamico ma da mesi sotto attacco dell’esercito turco e dei suoi alleati siriani, sarebbe “completamente accerchiata”. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani di Londra, i miliziani dell’Isis sarebbero “stretti fra le forze di Assad da sud, e turchi con ribelli alleati a nord e ovest”.
Grecia: il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) è diviso sulla partecipazione al bail-out greco. Da tempo l’istituzione di base a Washington chiede all’Europa uno sforzo maggiore in termini di condono del debito e limitazione delle politiche di austerity imposte ad Atene. Se l’Fmi dovesse davvero tirarsi fuori, allora la Grecia potrebbe trovarsi nuovamente nei guai.
Germania: basta un nome forte e tutto cambia a Berlino. Il dominio politico che sembrava incontrastato almeno dal punto di vista interno per Angela Merkel sembra disfarsi come neve al sole con l’arrivo di Martin Schulz al timone della sinistra. L’ex presidente del Parlamento europeo sarebbe in vantaggio in vista delle presidenziali di settembre secondo un sondaggio “Insa”.
Siria: secondo un rapporto di Amnesty International intitolato “Human Slaughterhouse” (macello umano), il regime di Bashar al-Assad avrebbe impiccato oltre 13mila persone in una prigione militare oltre a lasciarne morire migliaia per fame, malattia, abbandono.
Sudafrica: a Johannesburg si infiamma la corsa alla leadership dell’African National Congress, il partito di governo che fu movimento di liberazione di Nelson Mandela. L’attuale numero uno e presidente del paese Jacob Zuma lascia una formazione in crisi, con diversi dei suoi membri di spicco colpiti da casi di corruzione.
Spagna: il referendum sull’indipendenza della Catalogna, tenutosi nel 2014, non era stato autorizzato dalle autorità di Madrid. Ora Artur Mas e tre ministri del governo catalano che lo promossero sono messi sotto processo. E i nazionalisti tornano in piazza in sostegno dei politici e della causa autonomista della regione.