Cosa succede oggi nel mondo
Tutti i fatti da sapere per il 13 dicembre 2016
Italia – Il nuovo governo Gentiloni terrà oggi le dichiarazioni programmatiche nell’aula della Camera alle 11. La fiducia sarà votata entro mercoledì, in tempo per il consiglio europeo di giovedì 15 dicembre.
Stati Uniti – Il presidente eletto Donald Trump ha scelto Rex Tillerson come nuovo segretario di Stato. Tillerson, Ceo di Exxon Mobil, ha stretti rapporti con la Russia.
Siria – Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha condannato a gran voce “le atrocità contro un gran numero di civili ad Aleppo”, in seguito ai pesanti bombardamenti di questi giorni, con i quali le forze governative hanno riconquistato quasi tutta la città, che per quattro anni è stata sotto il controllo dei ribelli.
Indonesia – È iniziato il processo contro Basuki Tjahaja Purnama, il governatore di Jakarta, accusato di blasfemia nei confronti dell’Islam. Purnama, cristiano, è il primo governatore non musulmano della città negli ultimi 50 anni.
Siria – Papa Francesco, fortemente preoccupato dall’escalation di violenza ad Aleppo, ha scritto una lettera al presidente siriano Bashar al-Assad per chiedergli un impegno nel “garantire che il diritto umanitario internazionale sia pienamente rispettato per quanto riguarda la protezione dei civili e l’accesso agli aiuti umanitari”.
Italia – Si è dimessa l’assessore all’Ambiente del comune di Roma Paola Muraro, dopo aver ricevuto un avviso di garanzia per violazione del testo unico ambientale.
Venezuela – Il governo di Caracas ha deciso di chiudere le frontiere con la Colombia per 72 ore, nel tentativo di contrastare il contrabbando dei beni sovvenzionati dallo stato.
Cuba – La compagnia di telecomunicazioni nazionale Etecsa ha firmato un accordo con Google per l’accesso veloce alla connessione da parte degli utenti cubani.
Brasile – Il presidente Michel Temer è accusato di aver raccolto oltre due milioni di dollari in una campagna di donazioni illegali nel 2014. Migliaia di brasiliani chiedono le sue dimissioni, invocando elezioni anticipate.