Natalia Aspesi su Asia Argento: “Il movimento Me Too è morto”
L'intervista a Vanity Fair
Natalia Aspesi su Asia Argento: “Il movimento Me Too è morto” | L’intervista a Vanity Fair
“Il MeToo è morto. Ha ignorato le operaie, le commesse, le segretarie, quelle donne che rischiano di perdere il lavoro e non mangiare più”. A cantare il de Profundis del movimento femminista è Natalia Aspesi, giornalista di Repubblica, in un’intervista a Vanity Fair.
Il commento arriva a poche ore di distanza dalle ultime su Asia Argento, simbolo del #MeToo, accusata di violenza sessuale sull’attore Jimmy Bennett, minorenne all’epoca dei fatti:”Se vogliono conservare ancora un po’di senso, stiano vicine ad Asia. Non la scarichino proprio adesso. Se non mostreranno sorellanza adesso, nel momento più buio dell’altra, significa che quella esibita nel momento del trionfo – unite contro il nemico – era solo di facciata” spiega Aspesi, che con l’attrice aveva avuto modo di battibeccare a distanza.
Natalia Aspesi è scaduta – e non dimentico queste sue ignobili parole. E si ritiene ancora femminista? 🦖 https://t.co/csF23pGrjP
— Asia Argento (@AsiaArgento) 13 marzo 2018
Alla luce delle ultime rivelazioni, sembra essere cambiato qualcosa: “Prevale in me la sorellanza, per una donna che in fondo è stata ricattata” – confessa Aspesi a Francesco Oggiano – “Questo Jimmy Bennett aveva 17 anni, era in piena baldanza ormonale, faceva un lavoro che gli aveva offerto chissà quante possibilità amatorie. Un giorno gli capita nel letto una signora famosa e bella. Cinque anni dopo, a carriera ormai finita e senza un dollaro in tasca, ha la folgorante idea, ispirata da qualcuno o meno, di denunciare quella signora. Salvo poi rimanere in silenzio in cambio di soldi. Io lo trovo un ridicolo caso di ricatto, in cui è intervenuta la manina di qualcuno…”.
Natalia Aspesi su Asia Argento: il commento su Repubblica
Su Repubblica Aspesi aveva così commentato la vicenda, definendo Argento un “bersaglio facile”:
Sono storie molto tristi, anche per il godimento cattivo che suscitano. Si aspettano soprattutto le reazioni di chi ha fatto di Asia una Maria Goretti Viva e dimostratasi Imperdonabile Peccatrice: saranno ugualmente al suo fianco in questo disastro di immagine e credibilità, oppure se ne laveranno le mani ritenendola indegna di dirsi molestata essendosi rivelata molestatrice? E magari ci sarà chi a questo punto proverà a riflettere sull’esperienza di Jimmy il molestato: perché magari, l’altra, l’altro (non Weinstein per carità) al momento fatale può rivelarsi attraente, e solo dopo, ripensandoci, le vittime si rendono conto di essere state usate, non amate, prese in giro. Ma forse non violentate.