“Noi musulmani in Italia ora abbiamo paura, il Governo protegga fedeli e moschee”: parla l’imam di Centocelle
Ben Mohamed Mohamed, imam e presidente dell’associazione culturale islamica "Al Huda" di Centocelle a Roma, riporta a TPI il crescente timore dei musulmani in Italia
“L’attentato in Nuova Zelanda è stato terribile, anche le modalità, la crudeltà di trasmetterlo in diretta, è un’ondata di odio che non si ferma e noi musulmani in Italia ora abbiamo paura, non ci sentiamo protetti. Non ci sentiamo al sicuro nelle nostre moschee e chiediamo allo Stato di proteggerci”.
Ben Mohamed Mohamed, imam e presidente dell’associazione culturale islamica “Al Huda” di Centocelle a Roma, parla a TPI dopo dopo gli attacchi terorristici di matrice suprematista a Christchurch, in Nuova Zelanda, e l’ultimo episodio di violenza accaduto il 18 marzo nella città di Utrecht, nei Paesi Bassi, dove un uomo ha aperto il fuoco contro le persone su un tram e sul quale pende l’ombra della mano terrorista di matrice fondamentalista islamica.
L’imam di Centocelle, infatti, non vuole che si facciano distizioni: il terrorismo va sempre condannato.
“Qualsiasi atto di terrore va condannato, qualsiasi siano le circostanze, le motivazione e gli autori, questo lo crediamo e lo diciamo da sempre. Ci siamo sempre espressi contro tutti gli atti terroristici. Questa visione distorta del mondo e della vita umana stessa deve essere condannata senza mezze misure”.
Il 15 marzo, giorno degli attacchi in Nuova Zelanda, Matteo Salvini aveva detto che in Italia: “L’unico estremismo che merita di essere attenzionato è quello islamico”. Una frase che Yassine Lafram, presidente l’Unione delle comunità islamiche in Italia, aveva commentato così su Facebook: “Un ministro dell’Interno ha come ruolo cardine quello di rassicurare i cittadini. Non di allarmarli. Sono fiducioso che un giorno anche i musulmani saranno considerati cittadini, meritevoli di tutela”.
“Quello che spaventa è infatti la crudeltà e la strategia di voler richiamare tanta attenzione su questo attentato. Fare un video in diretta significa voler invitare le persone in tutte le parti del mondo a un’emulazione. Anche il modo in cui questa persona si è presentata in tribunale. Questo problema riguarda tutti, in tutto il mondo.
In Italia l’atmosfera non è tranquillizzante.
Invitiamo una parte delle istituzioni a maggiore responsabilità. Abbiamo sentito tante dichiarazioni di politici che non si esprimono sulle corde di una tranquillità o sicurezza, ma al contrario fanno preoccupare molto. La situazione è preoccupante e lo stato deve assumersi le sue responsabilità.
Prova paura, non c’è sicurezza.
Quando vengono fatti discorsi che in qualche modo spingono verso una posizione di ostilità verso le moschee o i musulmani, questo fa paura.
Il timore maggiore è per le moschee, è lì che la maggior parte dei fedeli in preghiera si riunisce.
No, adesso non ci sentiamo sicuri nelle nostre moschee, vogliamo che lo Stato prenda atto di questa situazione e si assuma la responsabilità di proteggere i cittadini, le associazioni, i luoghi di culto.
Tutti sono preoccupati, veramente.
Noi temiamo l’atto e la risposta. Siamo preoccupati per la sicurezza delle persone. La gente si deve sentire sicura, questo è il messaggio che deve passare.
Il processo va avanti, almeno da una parte. Però alcune dichiarazioni pubbliche danneggiano questa atmosfera e rendono meno sicure le persone.
Certamente quel lavoro sta continuando per opera degli enti e dalle persone di buona volontà. La gente ci crede.
Alcune persone forse meno informate o disinformate potrebbero essere influezate da alcuni discorsi. Questo è pericoloso.
Anche l’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche in Italia, in una lettera aperta al ministro dell’Interno Matteo Salvini ha chiesto maggiore protezione per i musulmani e per le moschee.