“Non è vero che c’erano 1.400 persone nel locale. Ricevo minacce di morte”: parla il gestore della discoteca di Ancona
Minacce morte gestore Lanterna Azzurra | “Non c’erano 1.400 persone come dicono tutti. Assolutamente. Secondo me non arrivavano a mille, anzi calcolando quelli che erano fuori a fumare, dentro ce n’erano poco più di 800. È un locale che ha contenuto molta più gente. Era sicurissimo. Tra l’altro ho consegnato ai carabinieri i blocchetti dei biglietti venduti e quelli invenduti. Si vede subito”. A dirlo è uno dei gestori della discoteca Lanterna Azzurra e dj, Marco Cecchini al Quotidiano Nazionale.
L’uomo ha raccontato di avere ricevuto minacce di morte dopo l’incidente che nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 ha provocato la morte di 6 persone.
Non è chiaro il numero dei presenti di quella sera, e gli inquirenti stanno indagando per appurarlo. Quello che risulta però è che la sala avesse una capienza massima di 469 persone. Il locale Lanterna Azzurra aveva una capienza totale di 871 persone, ma la sera del dj set di Sfera Ebbasta, che non era ancora arrivato sul posto al momento dell’incidente, era aperta solo una delle 3 sale del locale.
Francesco Bartozzi, amministratore della Magic Srl che gestisce il locale, e i due soci (Carlantonio Capone e Cecchini), sono stati identificati e nelle prossime ore saranno formalmente iscritti nel registro degli indagati per rispondere dell’accusa di omicidio colposo plurimo.
“Ho un contratto con un’agenzia che mi ha garantito 11 bodyguard. E avevo un’ambulanza a disposizione”, dice ancora Cecchini al QN. “Sto ricevendo minacce di morte, scrivono sui social ogni cattiveria, mi vogliono in galera ma io non ho fatto niente di diverso da tutte le altre volte quando, lo giuro, c’erano state anche più persone”.
E parlando delle norme di sicurezza del locale dichiara: “Se un tecnico ha fatto il progetto per la sicurezza, una commissione provinciale l’ha approvato dandomi il permesso pochi mesi fa per cinque anni, che colpa ho io?”, afferma Cecchini.
“Tutti e 800 sono fuggiti in quell’unica porta che è sempre spalancata per andare a fumare. Quando la gente ha cominciato a tossire e a gridare, ha visto la luce solo da quella parte e si è imbucata lì trovando il tappo perché nel frattempo la gente era caduta nei gradini”, prosegue.
“Sono distrutto, mi dispiace e moralmente sono vicino ai genitori e alle famiglie di quei ragazzi morti. Ho trovato per terra la bomboletta spray e l’ho consegnata ai carabinieri. Colpa di quel maledetto che l’ha spruzzata. È una tragedia inimmaginabile”.