Il Gambero Rosso contro Milena Gabanelli per il suo “assurdo” post contro una chef
La giornalista ha manifestato su Facebook la sua delusione per il ristorante nel quale ha mangiato: la testata enogastronomica le ha risposto duramente
La testata enogastronomica Gambero Rosso ha polemizzato con Milena Gabanelli, giornalista del Corriere della Sera, per un suo post su Facebook critico nei confronti di una chef.
La giornalista, ospite di un noto ristorante di Bologna, ha pubblicato sul social network la foto dell’antipasto che le è stato servito, accompagnata da una frase che lasciava intendere la sua delusione.
Gabanelli non ha un profilo Facebook pubblico. Il post è stato pubblicato sulla pagina della rubrica DataRoom che lei stessa conduce su Corriere.it.
“Nulla di pesante. Questo è un antipasto. Non so cosa ho mangiato perché non sono riuscita a sentire il sapore (merluzzo mantecato c’era scritto). Ma questi chef…?!”, ha scritto la giornalista firmandosi.
Il post ha ricevuto migliaia di commenti e centinaia di condivisioni.
La stessa Gabanelli è intervenuta nuovamente, rispondendo a un commento e aggiungendo: “Ero ospite. Comunque il ristorante è piuttosto caro ed i tavoli tutti occupati. Significa che le persone gradiscono questa lieve forma di masochismo…”. La frase è stata condita con l’emoj di una faccia sorridente.
Il post è stato pubblicato venerdì 10 agosto alle 14.54.
Circa trenta ore più tardi, sul sito del Gambero Rosso, è stato caricato un articolo intitolato “L’assurdo post di Milena Gabanelli”.
“La famosa giornalista va a cena in un noto ristorante di Bologna, fa una foto a un piatto e la pubblica facendo superficialmente sarcasmo sul profilo Facebook della sua rubrica sul Corriere della Sera“, si legge nel sottotitolo.
Nell’articolo si specifica qual è il ristorante visitato dalla giornalista: il Marconi della chef Aurora Mazzucchelli, in provincia di Bologna.
L’autore del pezzo, Massimiliano Tonelli, responsabile dei contenuti web del Gambero Rosso, spiega così la decisione di prendere posizione: “Abbiamo stima di Gabanelli e di tutti i giornalisti importanti come lei: siamo convinti che debbano comportarsi con la consapevolezza di essere spina dorsale civile ed esempio per il Paese e quindi quando dicono una sciocchezza riteniamo che sia il caso di rimarcarlo”.
Secondo Tonelli, quello della giornalista ha finito per essere “un vero attacco gratuito a una categoria e a una professione, oltre che a un complesso sistema economico”.
“Gabanelli non è una giornalista qualsiasi”, si legge nell’articolo. “È considerata una delle più grandi e autorevoli giornaliste italiane. Ha un seguito notevole, le persone si fidano di lei, molti tendono a dare per oro colato ciò che dice, prima a Report, su Rai Tre, oggi nella sua nuova rubrica per il Corriere della Sera“.
“Proprio per questo già sarebbe stato discutibile un post sarcastico, buttato lì senza minimamente pensare alle conseguenze, col rischio – poi verificatosi – di infangare tutta una categoria. E se si analizzano i commenti dei lettori, con le relative risposte di Gabanelli stessa, ci si accorge che di sarcastico non c’è poi granché”. Il riferimento è al commento in cui la giornalista definisce “masochismo” l’esperienza di mangiare in quel ristorante.
Tonelli continua: “Milena Gabanelli sa perfettamente quale è il suo target di pubblico, conosce la sensibilità dei suoi follower, è escluso che non sappia quale impatto un contenuto populista come quello del post in questione possa avere sulla propria fan base”.
“Invece di fare il suo mestiere di smontatrice di fake news insomma (il ruolo per cui ha iniziato la collaborazione con il Corriere della Sera), Gabanelli si è trasformata in questo specifico caso in autrice di autentiche falsità date in pasto al pubblico felicissimo di sbranare la preda di turno come usa sempre di più sui social”.
“È infatti una fake news che gli chef facciano mangiare poco i loro clienti facendoli spendere troppo”, scrive il Gambero Rosso. “È una fake news che sedersi ai ristoranti di alto livello sia una tortura, è una fake news che assaggiando un piatto di una grande chef come Aurora Mazzucchelli non si riesca a sentire il sapore a causa della scarsa quantità di cibo”.
“E il fatto che si tratti di fake news è dimostrato dalle circostanze: Gabanelli non dà nessun elemento, non sappiamo se il piatto è il primo di una lunga serie di piatti, non sappiamo quanto lungo sarà il menu degustazione (altro che uscire affamati), non sappiamo ovviamente neppure dove si trovi la giornalista. Tutto vago, tutto difficile da misurare per chi legge, tutto perfetto invece per gettare fango nel ventilatore contro tutta un’intera categoria”.
E ancora: “A una giornalista del calibro di Milena Gabanelli si dovrebbe richiedere di fare quadrato per raccontare in maniera appropriata una delle eccellenze assolute del sistema paese, non un contributo alla sua facilonesca messa in cattiva luce”, scrive Tonelli.
“Gabanelli avrebbe potuto spiegare ai propri fan, da giornalista accurata e meticolosa quale è, che quel piatto non era altro che uno dei quattro piccoli benvenuti da parte della chef prima di iniziare il percorso di degustazione”.
L’articolo del Gambero Rosso si conclude, infine, con un messaggio a Urbano Cairo, editore del Corriere della Sera.
“Sarebbe interessante sapere cosa pensi l’azienda di Urbano Cairo dei commenti con la bava alla bocca verso chef e alta gastronomia italiana che a centinaia si snocciolano sotto al post della Gabanelli nel profilo di Dataroom. Perché quei commenti rappresentano la readership del Corriere. Lo stesso Corriere che sta puntando moltissimo sui contenuti a tema food. Lo stesso Corriere che inaugura sezioni, rubriche, numeri speciali e addirittura un vasto palinsesto di eventi in tutt’Italia attorno alle figure dei grandi cuochi. Lo stesso Corriere che dopo l’estate uscirà con una nuova rivista gastronomica. Proprio quel Corriere che da ieri, su un suo profilo ufficiale, percula in maniera sciatta e superficiale una eccellente cuoca-imprenditrice che prova a gestire il suo ristorante (la sua azienda!) nel bel mezzo dell’Appennino emiliano, e con lei tutti gli chef suoi colleghi”.