“Basta con gli immigrati che curano il verde”: Lombardia, passa la mozione della Lega
Il partito di Matteo Salvini in Lombardia ha votato una mozione per disincentivare l'impiego degli stranieri nella manutenzione di aiuole e parchi nei comuni lombardi
Il consiglio regionale della Lombardia ha approvato martedì 6 novembre 2018 una mozione della Lega per impedire ai sindaci di utilizzare richiedenti asilo nella cura del verde pubblico.
In molti comuni lombardi i migranti vengono impiegati a titolo gratuito e in maniera volontaria come giardinieri, con il duplice obiettivo di garantire un servizio di pubblica utilità che spesso per mancanza di fondi non si riesce più a coprire e integrare gli stranieri nel tessuto sociale.
Il documento è stato approvato con 34 voti a favore, 32 contrari e un astenuto. Ora la decisione passa alla Giunta del presidente Attilio Fontana, ma l’assessore all’Agricoltura e ai sistemi verdi del Pirellone Fabio Rolfi ha già anticipato: “Siamo convintamente favorevoli alla mozione”.
In Lombardia sono molti i comuni che hanno già sperimentato questo servizio, Milano in testa. “Mi sembrano più provocazioni che altro – aveva dichiarato il sindaco Giuseppe Sala nei giorni precedenti al voto – non funzionano così le cose, liberi di fare in Consiglio regionale quello che vogliono, ma non posso che esprimere la mia profonda contrarietà”.
Ma il partito di Matteo Salvini è andato avanti, e se la Giunta approverà il testo verrà introdotto un meccanismo per cui verrano premiati quei comuni che decideranno di non impiegare gli stranieri per questo tipo di lavori.
Mozione – “Siamo contrari all’utilizzo di richiedenti asilo e presunti profughi per la manutenzione del verde – dicono i sette consiglieri che hanno proposto la misura – molti lombardi sono in cerca di lavoro anche saltuario per mantenere se stessi e le proprie famiglie”.
“La valorizzazione del verde pubblico – si legge nel testo – necessita di professionalità e competenze che non possono essere garantite con l’impiego di persone che non hanno né esperienza né formazione”.
“I Comuni che utilizzano extracomunitari per la manutenzione del verde creano meno lavoro alle imprese del settore e ai cittadini che avrebbero bisogno di lavorare”, ha dichiarato a Il Giorno Roberto Anelli, capogruppo della Lega in consiglio regionale.
“Chiediamo che ai richiedenti asilo siano affidate soltanto mansioni marginali, in modo da tutelare chi ha le competenze per operare nel settore e ha investito tempo e risorse in formazione, ma anche gli stessi richiedenti asilo, che devono avere qualifiche professionali, ma anche coperture assicurative e previdenziali”.
Sindaci – Molti sindaci, oltre a quello di Milano, hanno già espresso la loro contrarietà. “Questa iniziativa, che non ha alcun costo per l’amministrazione, ha dato buoni frutti”, ha spiegato il primo cittadino di Villanuova sul Crisi Michele Zanardo.
“I cittadini sono sollevati dal non vedere queste persone a bighellonare per strada e, allo stesso tempo, i dieci ragazzi hanno la possibilità di imparare a gestire i rapporti interpersonali e di apprendere un mestiere, anche in vista della loro uscita dal Centro di accoglienza straordinaria”.
Gli fa eco Dimitri Bugini, il sindaco di Lurano, dove da tre anni cinque ragazzi richiedenti asilo si occupano del verde cittadino. “Di sicuro non abbiamo tolto il lavoro a nessun manutentore lombardo”.
Anche a Barghe, in provincia di Brescia, l’esperienza è stata molto positiva e ora c’è il rischio che si fermi tutto. “Sfido qualunque sindaco a trovare i soldi per far tirare via le erbacce dal cimitero – dice il sindaco Gian Battista Guerra – Chi li ha? I bilanci dei comuni sono sempre in rosso, ormai”.