“Video falsi creati per far riaprire i porti italiani”: la Guardia Costiera libica risponde alle accuse di Open Arms
La guardia costiera libica risponde alle accuse di Open Arms attraverso un lungo comunicato, dopo che è stata resa nota la denuncia che la ong spagnola ha effettuato nei confronti di Libia e Italia per omicidio colposo e omissione di soccorso
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“Il video realizzato da Open Arms per accusarci è falso e costruito appositamente per montare delle accuse nei nostri confronti. Non è vero che avremmo lasciato due persone in mare, non è vero che si sono rifiutate di essere soccorse dalla Guardia Costiera libica. Non è possibile che due persone che sono state in mare per 60 ore, in mezzo ai cadaveri, si rifiutino di essere salvate”.
La guardia costiera libica risponde alle accuse di Open Arms attraverso un lungo comunicato, dopo che è stata resa nota la denuncia che la ong spagnola ha effettuato nei confronti di Libia e Italia per omicidio colposo e omissione di soccorso, in relazione al naufragio avvenuto a ottanta miglia dalle coste libiche nella notte tra il 16 e il 17 luglio.
La Ong ha da subito attribuito la responsabilità del naufragio alla Guardia Costiera libica e poi, per omissione di soccorso, all’Italia.
“Hanno realizzato questo video falso per far vedere a Salvini che la Open Arms salva vite umane mentre noi lasciamo morire le persone in mare. Vogliono agire sulla sensibilità delle persone. Open Arms è un’organizzazione illegale”, scrivono i libici.
Secondo quanto diffuso dai responsabili stampa della Guardia Costiera libica, infatti, la “Open Arms intende mettere alle strette il ministro dell’Interno Matteo Salvini per fare in modo che l’Italia riapra i porti, dinanzi all’incompetenza libica nei salvataggi”.
“Quello che sostengono da Open Arms fa ridere e piangere allo stesso tempo, le accuse arrivano da un’organizzazione che negli ultimi anni abbiamo imparato a conoscere”, prosegue il comunicato.
Secondo i libici, la giornalista tedesca dell’emittente televisiva RTL, presente a bordo della guardia costiera libica, “può testimoniare sulle condizioni di lavoro e sui salvataggi compiuti”.
“Chiediamo una commissione neutrale per giudicare quanto avvenuto”, dicono i libici, che lanciano anche un duro attacco nei confronti di Oscar Camps, fondatore di Proactiva Open Arms.
“Oscar Camps sfrutta queste condizioni disumane per i propri interessi e per raggiungere i propri fini economici. Consigliamo a questa organizzazione non governativa spagnola di lavorare in acque spagnole, dove peraltro c’è un flusso crescente di migranti provenienti dall’Africa occidentale e dal Marocco. Consigliamo di lavorare lì, sotto l’occhio della guardia costiera spagnola senza che nessuno la incolpi o metta in dubbio le sue intenzioni. Vengono qui a controllare l’operato di Italia e Libia, come se i due paesi fossero sotto il controllo spagnolo”.
“La verità”, proseguono i libici, “è che questa ong è a caccia di migranti nelle nostre acque per poi portarli in Italia, invece di occuparsi dei migranti che sono in acque spagnole. Open Arms dovrebbe chiedersi se davvero salva vite umane o se contribuisce a situazioni di sfruttamento di queste persone”.