Per la commissione Difesa del Senato le Ong non potranno gestire i corridoi umanitari
La commissione di Palazzo Madama ha motivato la decisione specificando che si tratta di un compito che spetta agli stati o agli organismi internazionali
Negli ultimi tempi si è tornati a parlare in maniera insistente della possibilità di aprire nuovi corridoi umanitari verso le zone di maggiore conflitto.
La commissione Difesa del Senato, il 16 maggio 2017, ha approvato all’unanimità la relazione presentata dal presidente Nicola Latorre, congiuntamente a Maurizio Gasparri, Sergio Divina e Federico Fornaro che vieta la creazione di corridoi umanitari gestiti da Ong per organizzare l’arrivo dei migranti in Italia.
“Non può essere consentita la creazione di corridoi umanitari gestiti autonomamente dalle Ong, trattandosi di un compito che spetta agli stati o agli organismi internazionali. Le Ong che fanno soccorsi devono poi essere certificate e la loro presenza in mare deve essere fin dall’inizio coordinata dalla Guardia costiera italiana”, ha illustrato Latorre.
“C’è stata una discussione intensa in commissione, che ha prodotto come risultato una relazione unanime, nonostante gli approcci diversi”, ha proseguito il presidente. “Ora invieremo il documento al presidente del Consiglio ed ai ministri di Difesa, Interno, Esteri, Infrastrutture e Trasporti. L’auspicio è che le nostre linee guida vengano adottate”.
Latorre ha però esaltato l’azione dei volontari in mare: “Al momento non esiste alcuna indagine della magistratura su violazioni commesse dalle Ong”.
La commissione Difesa del Senato ha visto deporre tra gli altri anche il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, il primo a ipotizzare un legame tra scafisti e Ong.
Che cos’è un corridoio umanitario
Le iniziative legate ad un corridoio umanitario possono comprendere diversi interventi in aiuto delle popolazione colpite dalla devastazione legata ai conflitti o disastri naturali: la distribuzione di alimenti, generi di prima necessità o medicinali, il trasferimento dei civili o dei soggetti più a rischio in zone sicure o addirittura l’espatrio dei profughi con metodologie convenzionali e legali.
I corridoi umanitari nascono spesso su iniziativa di enti privati che, in accordo con le istituzioni internazionali e locali, organizzano e gestiscono il traffico di personale, beni e risorse che vengono resi disponibili ai civili bisognosi.
Per poter entrare in Italia attraverso il corridoio, deve essere inoltrata la richiesta di visto per motivi umanitari all’ambasciata italiana presente sul territorio del paese di partenza. Da questo vengono predisposti dei voli regolari che trasportano i rifugiati in maniera sicura, evitando così vie più pericolose come i viaggi sulle carrette del Mediterraneo nelle mani degli scafisti.