“I migranti non sono merce e l’Italia non è una dogana”: l’appello della portavoce di Sea Watch
“Sono stata in visita sulle Sea Watch con una delega di parlamentari e guardando la nave che si allontanava ho capito che quella nave rappresenta tutto quello in cui credo come giovane donna italiana ed europea”.
“Mi sono sentita a mio agio dopo giorni che vedo calpestare diritti umani e che invece mi appartengono”.
“A tornare a riva con la Guardia costiera ci abbiamo messo 2 minuti e mezzo. Queste persone sono a due minuti e mezzo di navigazione dalla costa, tenute tenute chiuse in una cella fredda. Queste persone non sono merce e il mio paese non è una dogana”.
Queste le parole di Giorgia Linardi, portavoce in Italia di Sea Watch, la Ong la cui imbarcazione continua ad essere bloccata al largo delle coste di Siracusa in attesa di un porto sicuro in cui sbarcare.
Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, continua a dichiarare l’imbarcazione non approderà mai in Italia e che i 47 migranti a bordo devono essere accolti dagli altri paesi europei, Olanda in primis dato che la nave batte bandiera olandese.
Il 27 gennaio una delegazione composta dai deputati Nicola Fratoianni, Riccardo Magi, Stefania Prestigiacomo, dal sindaco di Siracusa Francesco Italia, da due avvocati, un medico, un membro dello staff di Mediterranea, e dalla stessa Giorgia Linardi, è salita a bordo della Sea Watch 3, forzando il blocco illegale che impediva fino ad ora ai parlamentari di effettuare una ispezione.
La mossa non è piaciuta al ministro Salvini, che da giorni chiede il sequestro della nave: “Parlamentari italiani (fra cui uno di Forza Italia) non rispettano le leggi italiane e favoriscono l’immigrazione clandestina? Mi spiace per loro, buon viaggio!”.
Anche il vicepremier Di Maio ha adottato la linea del suo alleato: “Il governo italiano è impegnato a produrre con le autorità tutte le informazioni con la magistratura affinché si possa sequestrare l’imbarcazione. Siamo anche impegnati a far arrivare in Olanda queste persone”.