Quasi tre quarti dei migranti che arrivano in Italia sono stati vittime della tratta di esseri umani
Un rapporto mostra che il 71 per cento dei migranti provenienti dal Mediterraneo è stato sottoposto a sfruttamento o a pratiche riconducibili al traffico di esseri umani
Un rapporto dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) pubblicato martedì 18 ottobre rivela che il 71 per cento dei migranti che seguono la rotta del Mediterraneo dal Nord Africa verso l’Europa sono stati sottoposti a sfruttamento o a pratiche riconducibili al traffico di esseri umani.
Il dato è basato sull’analisi di circa 9mila casi, attraverso sondaggi effettuati nelle sedi di sbarco nel sud Italia. Quasi tre quarti degli intervistati hanno risposto positivamente a indicatori che evidenziano che sono stati vittime di tratta o sfruttamento da parte di criminali durante il viaggio.
Quasi la metà degli intervistati, pari al 49 per cento, ha dichiarato di essere stato detenuto, spesso a scopo di estorsione. La maggior parte di questi casi si è verificata in Libia.
La metà dei migranti ha detto di aver lavorato senza stipendio, talvolta venendo minacciato con le armi. Altri hanno detto che il lavoro forzato era l’unico modo per essere liberati dalla prigionia e riuscire ad assicurarsi un posto su una barca per l’Europa.
Il rapporto rivela inoltre una tendenza emergente nel traffico di organi e di sangue. Il 6 per cento degli intervistati ha riferito di essere venuto a conoscenza di qualcuno costretto a donare il sangue contro la propria volontà o a vendere i propri organi per pagare il viaggio.
I risultati mostrano anche che i tassi di risposta positiva ad almeno uno degli indicatori sono tra le sette e le dieci volte superiori sulla rotta del Mediterraneo centrale rispetto ai tassi di risposte positive alla stessa indagine condotta sulla rotta del Mediterraneo orientale, che attraversa il mar Egeo fino alla Grecia.
Emerge anche che più tempo un migrante trascorre in viaggio, più risulta vulnerabile allo sfruttamento e al traffico di esseri umani. Il 79 per cento dei migranti che hanno passato almeno un anno in un paese diverso da quello di origine ha infatti subìto almeno una delle pratiche di sfruttamento individuate.
I migranti intervistati in Italia hanno trascorso più tempo in transito rispetto a quelli intervistati sulla rotta del Mediterraneo orientale. Circa il 35 per cento degli appartenenti al primo gruppo ha infatti impiegato più di 6 mesi per il viaggio. Per il secondo gruppo il dato scende all’11 per cento.
“Quello che queste indagini dimostrano è che la rete del traffico di esseri umani sta diventando brutale ed efficiente nel valorizzare il profitto tratto dalla vulnerabilità dei migranti”, ha dichiarato Simona Moscarelli, esperta di lotta al traffico di esseri umani dell’Oim. “C’è ancora poco vero riconoscimento del livello di questo business e di quanti soldi siano stati ricavati dalla miseria e del lavoro di persone in fuga da guerre e povertà”.