Le lacrime di Ansue, il bomber del Castelnuovo cacciato dal decreto Salvini: “Non so dove andrò”
Ansue Sise, ospite del Cara, dovrà lasciare la squadra di calcio in cui militava come attaccante
“Non so dove mi porteranno e se potrò continuare a giocare”. Ansue Cissé scoppia in lacrime a fine partita. Ha venti anni e viene dal Senagal e il 22 gennaio è sceso in campo per l’ultimo allenamento con la sua squadra, il Castelnuovo di Porto.
Come tutti gli altri ospiti del Cara alle porte di Roma sottoposto a sgombero immediato su disposizione del Viminale, anche Ansue dovrà lasciare Castelnuovo. I compagni di squadra insieme all’allenatore e al presidente della società sportiva hanno organizzato per il loro bomber l’ultimo allenamento.
Cissé ci mette un po’ prima di uscire dagli spogliatoi e scendere in campo. Quella casacca verde ha rappresentato per lui molto più di una semplice maglietta: è stato il simbolo di appartenenza che ha trasformato la sua vita da migrante in uno di loro.
Il direttore sportivo della società, Mario Monteleone, ha raccontato a IlFatto.it come il richiedente asilo del Senegal è arrivato a indossare la maglia verde del Castelnuovo: “È venuto a fare un’amichevole qui da noi e visto che aveva i capelli neri con il ciuffo biondo lo abbiamo subito chiamato Bogda, come il giocatore, e da allora gli è rimasto questo soprannome”.
Da due anni e mezzo Ansue è ospite del Cara di Castelnuovo di Porto. Da allora Ansue “Paul Bogda”, che i compagni chiamano Paul, è diventato attaccante della squadra. Ora che dovrà lasciare Castelnuovo e la squadra, Ansue non conosce il suo destino. Nelle immagini si vede il ragazzo in lacrime abbracciare l’allenatore.
“Non l’ha presa bene perché il ragazzo si era integrato, era un anno e mezzo che giocava con noi”, ha detto all’Adnkronos il presidente della Castelnuovese Calcio, Mauro Sabbatini. “Ma tutta la squadra c’è rimasta male, i suoi compagni, perché è bravissimo e hanno legato bene”, ha continuato.
Anche la squadra non si dà pace. “È una cosa brutta perdere un compagno così senza apparente motivo”, dice uno dei compagni di squadra. “Noi sapevamo che era del Cara anche se non ce lo aveva mai detto, ma era un ragazzo come tutti noi. Veniva all’allenamento, andava a scuola, come noi”, continua. “Cercheremo di fare tutto il possibile per aiutare Ansue e anche altri ragazzi del centro”, afferma l’allenatore Diego Pierangeli.