A che punto è la crisi dell’acqua a Messina
Da due settimane in città non arriva acqua. È stato dichiarato lo stato d’emergenza e il governo ha deciso di inviare esercito e fondi. È stato nominato un commissario
Il guasto del 6 novembre all’acquedotto Fiumefreddo, nel comune messinese di Calatabiano, causato da una frana, è stato riparato. Lo stato di emergenza, annunciato il giorno del guasto, durerà, però, 180 giorni.
Per la crisi sono stati stanziati tre miliardi di euro, due dallo Stato e uno dalla Regione, da impiegare nella messa in sicurezza della collina franata. Il presidente della Regione Sicilia Renato Crocetta critica la gestione di Amam – l’Agenzia meridionale acque Messina – e bolla come “esagerate” le misure straordinarie prese.
L’ORDINANZA
Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio ha firmato, l’8 novembre, un’ordinanza per i primi interventi necessari a fronteggiare l’emergenza idrica.
Fra le misure speciali prese c’è la nomina di Calogero Foti, il dirigente generale della Protezione Civile della Regione Siciliana, a commissario delegato. Foti dovrà “coordinare le attività tecnico-scientifiche per il monitoraggio del movimento franoso e di analisi della rete idrica cittadina per la razionalizzazione dell’erogazione dell’acqua”. L’ordinanza firmata dal capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio mette a disposizione un ampio spettro di strutture organizzative, da quelle private a quelle pubbliche, per conseguire interventi urgenti.
I PROGETTI
Dopo che ben quattro interventi per il ripristino della rete idrica sono falliti, l’Amam ha affidato, il 6 novembre, il progetto per ripristinare la conduttura di Fiumefreddo a una squadra di ingegneri. Due sono le soluzioni proposte.
La prima, un bypass provvisorio da realizzare in quattro giorni sul territorio franato che riporterebbe subito l’acqua in città: La seconda, una conduttura, sempre provvisoria, che aggiri la zona a rischio frane di Calatabiano, da realizzare in quattro settimane. Ci vorrà qualche giorno prima che venga approvato il progetto definitivo.
LA SITUAZIONE A MESSINA
Al quindicesimo giorno di emergenza idrica in alcune zone della città siciliana ancora non arriva l’acqua corrente.
In altre zone della città, la situazione è migliorata grazie alla riparazione del bypass dell’acquedotto Fiumefreddo, effettuata nella notte tra il 6 e il 7 novembre. Il volume d’acqua dell’acquedotto, però, non è sufficiente per coprire il fabbisogno dell’intera città.
Dieci autobotti oltre alle 19 già presenti riforniranno d’acqua i condomini 24 ore su 24.
Continua, inoltre, l’attività della Marina miliare italiana, che insieme alla nave privata della Marivar fornisce circa 1.200 tonnellate d’acqua alla città.
PROTESTE DEI CITTADINI
Alcune decine di messinesi esasperati hanno manifestato davanti al comune di Messina nel weekend del 7 novembre.
Il presidente dell’Unione nazionale consumatori di Messina Mario Intelisano ha proposto, durante una conferenza stampa, un’azione legale collettiva (class action) contro l’Amam per l’emergenza idrica della città. L’associazione avrebbe stimato un indennizzo forfettario minimo di 25 euro a persona per ogni giorno di interruzione della fornitura. Nel caso di malati, anziani e neonati la cifra salirebbe a 50 euro.
CRITICHE DI CROCETTA
Il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta critica la gestione dell’emergenza idrica, affermando: “Trovo allucinante che per la rottura di una conduttura idrica siamo stati costretti a dichiarare lo stato di emergenza e lo stato di calamità naturale. Quando ero sindaco a Gela e c’era un guasto al dissalatore pensavo a come risolvere il problema e non a chiedere lo stato di calamità naturale. Mi sembra davvero un’esagerazione”. Secondo lui, la responsabilità sarebbe da attribuire alla gestione di Amam.