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Verona, tonno e cracker alla bambina “povera” nella mensa della scuola: la risposta del Comune vicino

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“Sarà perché la mia famiglia è originaria di Minerbe e so quanto la miseria ha afflitto in un passato non molto lontano le nostre zone, sarà perché conosco l’attuale sindaco nato dove ho le mie radici in vie che hanno i nomi dei fili su cui si intreccia la mia anima, sarà perché conosco bene i valori della civiltà contadina da cui originiamo, sarà per tutto questo e altro che riguarda la necessità di fronte al benessere di cui godiamo di non dimenticarci da dove veniamo, che questo episodio mi indigna”.

Queste le parole espresse da Claudio Marconi, vicesindaco di Legnago, piccolo comune in provincia di Verona, non lontano da Minerbe.

Marco si riferisce proprio all’ultimo episodio verificatori a Minerbe, dove dei genitori di origine straniera, incampacitati a pagare la mensa scolastica alla figlia, hanno assistito a una punizione crudele.

La bambina, studentessa di una scuola elementare del piccolo comune veronese, viene nutrita a cracker e tonno, a differenza dei suoi compagni a cui vengono consegnati i pasti consueti.

La notizia è stata riportata dal quotidiano L’Arena. Il comune in questione è guidato da un sindaco leghista (Andrea Girardi) e, secondo la denuncia del Partito Democratico, è proprio l’amministrazione comunale ad aver concordato questa scelta “punitiva” con i dirigenti della scuola elementare.

La bambina sarebbe rimasta molto scossa e, vistasi recapitare il “pasto” ridotto, sarebbe scoppiata a piangere.

“Non ci sono giustificazioni. Si tratta sempre di decidere da che parte vogliamo stare. Se dalla parte del rischio di restare umani incontrando l’altro o dalla parte del rassicurante egoismo figlio delle nostre paure”, prosegue il vicesindaco.

L’amministrazione comunale ha motivato la scelta con il mancato pagamento, da parte della famiglia, dei buoni pasto. Massimo Momi, vicesindaco con delega alle Politiche familiari, ha dichiarato che la scelta era necessaria per una questione di correttezza nei confronti delle famiglie in regola con i pagamenti.

Caso mense a Lodi, il tribunale di Milano condanna il comune: “Discriminazione verso bambini stranieri”

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