Storie e strade di migranti nella mappa di Medici per i diritti umani
Medici per i diritti umani ha pubblicato una mappa con le rotte battute dai migranti africani, disegnata sulla base di migliaia di testimonianze raccolte dalla ong
“Ho attraversato il deserto con altre 12 persone su un pick up per cinque giorni senza cibo né acqua. Una volta ad Ajdabiya (sulla costa libica) sono stato detenuto per due mesi in una piccola casa in cui ho mangiato solo ananas e riso. Dopo poco sono stato costretto ai lavori forzati nel deserto per pagarmi il viaggio”.
È il racconto di B.I., partito dall’Eritrea e arrivato a Mineo, in Sicilia, dopo aver attraversato il Sahara e il Mediterraneo. È solo una delle centinaia di testimonianze di migranti raccolte nella mappa di Medici per i diritti umani (Medu). Testimonianze che parlano di torture, di violenza, di ricatti, di condizioni di vita disumane.
Medu ha infatti pubblicato una mappa con le rotte principali battute dai migranti africani dal nome Exodi. La mappa interattiva è stata disegnata sulla base delle testimonianze di migliaia di migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana negli ultimi tre anni. Cliccando su una delle località è possibile leggere le testimonianze come quella di B.I. raccolte dai volontari Medu.
Attraverso le voci e le informazioni fornite dai migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana verso l’Italia, la mappa descrive nel modo più semplice e dettagliato i percorsi affrontati, le difficoltà, la violenza, la tragedia e la speranza.
Le informazioni sono state raccolte, in particolare in Sicilia, nel Centro di ricezione speciale per Richiedenti Asilo (CAS) di Ragusa e nel centro di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) di Mineo, a Roma, nei centri di accoglienza informale e al centro di Psychè per la riabilitazione di vittime di tortura. Testimonianze sono stati raccolte anche a Ventimiglia e in Egitto, in particolare ad Assuan e al Cairo.
“Il tasso di rifiuto crescente in Italia delle numerose richieste di asilo si scontra con le storie raccontate dai migranti che rischiano ogni giorno la vita attraversando il deserto e il mare per raggiungere l’Europa”. Dice Medu, secondo cui l’Italia ha respinto oltre il 60 per cento delle richieste di asilo nei primi otto mesi di quest’anno, rispetto al 58 per cento del 2015 e al 39 per cento del 2014.
Medici per i diritti umani ha ascoltato mille migranti che hanno raggiunto l’Italia, e solo il 10 per cento di questi hanno dichiarato di aver lasciato il proprio paese per motivi economici. Il resto è stato costretto a fuggire a causa di persecuzioni religiose o politiche, di violenze, delle guerre civili, o del proprio orientamento sessuale. Quasi nessuno ha detto di essere fuggito a causa della povertà.
“Se i migranti sono disposti a mettere la loro vita a rischio per fare il viaggio verso l’Europa, di solito significa che non hanno alcuna alternativa”, ha detto il coordinatore di Medu, Alberto Barbieri. Oltre il 90 per cento degli intervistati ha detto di essere stato vittima di violenza, tortura o altri trattamenti disumani – a casa o lungo il percorso.
L’Italia è in prima linea nell’affrontare la crisi dei migranti, ora al suo terzo anno. Dall’inizio del 2014 ha accolto più di 400mila persone. Migliaia sono morti attraversando il Mediterraneo, tra cui più di 3.000 già quest’anno, e un numero imprecisato non è sopravvissuto alla traversata del deserto del Sahara.
In Italia, circa 40 commissioni territoriali valutano le richieste di asilo e intervistano i candidati. Le loro decisioni possono essere oggetto di ricorso al sistema giudiziario, ma i rifiuti possono lasciare i migranti in un limbo legale per anni.
Spesso i migranti non sono nello stato d’animo adatto per raccontare le loro storie quando arrivano perché soffrono di disturbi da stress post-traumatico o depressione a seguito di torture o abusi, ha detto Flavia Calò, psicologa e coordinatore Medu.
Secondo la ong però c’è il sospetto che la commissione d’asilo nazionale, che sovrintende gli enti territoriali, voglia abbassare i numeri di accoglienza delle domande di protezione in materia di asilo per limitare gli arrivi futuri.
“Il tasso di rifiuto in aumento può essere letto come il risultato di un obiettivo politico volto a scoraggiare i migranti dal recarsi in Italia, ha detto Barbieri.
La Commissione nazionale d’asilo non ha rilasciato commenti.
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