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Home » News

Maurizio Martina a TPI: “Salvini ministro della propaganda, la nostra unica sovranità è in Europa”

Immagine di copertina
Maurizio Martina. Credit: Andrea Ronchini

Dove deve guardare il Pd per recuperare voti? Quale risultato si aspetta di ottenere alle elezioni europee? Intervista al candidato alla segreteria del Pd Maurizio Martina

“Serve un riformismo radicale alternativo a Lega e Cinque Stelle partendo da uguaglianza, ecologia, Europa, lavoro e democrazia”.

In un’intervista a The Post Internazionale, l’ex segretario reggente del PD Maurizio Martina lancia la sua agenda politica per la corsa alla segreteria del Partito Democratico (qui tutti i candidati).

Martina descrive il suo PD come “un partito popolare con donne e giovani protagonisti”. Ribadisce la volontà di non inseguire “nessuna delle forze nazional-populiste al governo”, ma sostiene che il partito debba recuperare consenso “certo parlando anche a tanti cittadini traditi da Lega e Cinque Stelle”.

> QUI I SONDAGGI SU CHI VINCERÀ LE PRIMARIE DEL PD

Le primarie del Pd sono in programma per il prossimo 3 marzo, ma sono già in corso i voti nei vari circoli del partito.

“Non partecipiamo al balletto di dati parziali per accreditare l’idea che qualcuno abbia già vinto. Risulta evidente però che il confronto è molto equilibrato”, è il commento di Martina a TPI.it sui i primi dati, elaborati da Youtrend, che vedono al primo posto Zingaretti in vantaggio di 10 punti sullo stesso ex segretario Dem.

Di seguito l’intervista completa a Maurizio Martina:

Alcune settimane fa lei ha presentato la sua mozione per il Congresso Pd. Quali sono i punti principali della sua agenda come candidato alla segreteria?

Bisogna riconciliare il PD e farla finita con rancori e nostalgie. Bisogna rilanciare il nostro spirito unitario e la nostra capacità di aprirci e lavorare insieme. Serve un riformismo radicale alternativo a Lega e Cinque Stelle partendo da uguaglianza, ecologia, Europa, lavoro e democrazia. Voglio un partito popolare dove donne e giovani siano protagonisti.

I dati sul voto dei primi circoli Pd danno Nicola Zingaretti in vantaggio. Quante chances pensa di avere contro il governatore del Lazio?

Noi non partecipiamo al balletto di dati parziali per accreditare l’idea che qualcuno abbia già vinto. Abbiamo rispetto dei nostri iscritti, la stragrande maggioranza dei quali ancora deve votare nei congressi. Il dato politico che però risulta evidente già da ora è che il confronto è molto equilibrato.

Come giudica la proposta del suo rivale Zingaretti di un reddito d’inclusione? Non le sembra che possa trattarsi di un modo per “inseguire” il Movimento Cinque Stelle?

Il Partito democratico ha già realizzato negli anni di governo il reddito di inclusione per contrastare la povertà. Il tema oggi è rafforzarlo.

La nostra proposta è quella di allargare la platea dei beneficiari, raddoppiando le risorse da 3 a 6 miliardi, come chiedono di fare i sindaci delle città e le associazioni del terzo settore, che ritengono l’ampliamento del reddito di inclusione la misura più utile.

Lei ha detto di non avere “nessuna ambiguità” sul no al Movimento Cinque Stelle, ma punta a recuperare gli elettori. Come pensa di farlo?

Non è inseguendo nessuna delle forze nazional-populiste al governo che torneremo a convincere gli elettori che le hanno votate.

Io penso che il Partito democratico per recuperare consenso debba innanzitutto lavorare per ricostruire la fiducia tra cittadini e politica, negli elettori, certo parlando anche a tanti cittadini traditi da Lega e Cinque Stelle.

Si parte da questioni concrete: salario minimo legale per chi non ha contratto, sostegno alla scuola, parità salariale per le donne, questione ecologica, sì alle infrastrutture strategiche specie su ferro sono alcuni esempi.

Ha detto anche che il Pd e Salvini sono “seccamente alternativi”. È impensabile che si trovi un qualsiasi punto di accordo?

Noi siamo alternativi a Salvini, alla Lega. E siamo alternativi non solo alle loro politiche, che giudico pericolose per il Paese, ma al loro modo di concepire la rappresentanza nelle istituzioni. L’Italia non ha bisogno di un Ministro della propaganda come Salvini.

Che risultato pensa possa ottenere il Pd alle elezioni europee? Qual è la soglia che il partito deve tenere presente affinché il voto segni un risultato positivo?

Le elezioni europee del 2019 saranno una sfida decisiva di idee tra chi vuole distruggere l’Europa e chi vuole cambiarla e rafforzarla come noi.

Serve un’Europa più politica e sociale, che sia capace di proteggere i suoi cittadini con un nuovo modello sociale dove nessuno si senta solo. Questa è la nostra idea di Europa.

Lei ha detto di essere orgoglioso del simbolo Pd. È inconcepibile partecipare alle elezioni Europee senza simbolo? Perché?

Voglio discutere del progetto per le europee prima dei simboli. Dietro al simbolo del Pd c’è una comunità di persone da rispettare e di cui dobbiamo essere orgogliosi. Si può lavorare a una lista aperta e unitaria di tutte le energie europeiste e riformiste.

Come può, secondo lei, il Pd rilanciare il suo ruolo di partito di sinistra in un contesto europeo in cui la sinistra, inclusa quella di Macron, vive un momento di forte difficoltà?

Serve un riformismo radicale anche in Europa per battere i nuovi nazionalisti. La nostra unica sovranità sta in Europa per difendere i cittadini. Io voglio impegni sociali forti: dall’assicurazione europea contro la disoccupazione a un modello di sviluppo totalmente sostenibile.

Pensa che la chiave vincente per un candidato alla segreteria Pd possa essere, come fu per Renzi, presentarsi come una sorta di outsider?

Non credo sia questo il tema ora. Serve un segretario che faccia solo il segretario e si dedichi totalmente a questo impegno senza altri incarichi. Serve un segretario con ago e filo per unire e aprire. Uno che giri ogni settimana l’Italia fianco a fianco alle persone che il PD deve rappresentare.

Nei viaggi che ha fatto e continua a fare per l’Italia, quali impressioni ha raccolto dagli elettori di sinistra? Sono pronti a fidarsi di nuovo del Pd?

Sento che lo spazio per l’alternativa a Lega e Cinque Stelle c’è e si può allargare. Sento che c’è tanta gente che vuole dare una mano e cerca un modo per farlo. E noi dobbiamo aprire proprio a loro porte e finestre del nuovo PD.

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