Matteo Salvini: “Avanti tutta sulle grandi opere, non si può lasciare l’Italia a metà”
Il vicepremier sul rapporto con Luigi Di Maio: "Io faccio gioco di squadra, è inutile che vogliate mettermi contro di lui. Il tandem funziona"
“Avanti tutta sulle grandi opere”. A garantirlo è il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in un colloquio con il Messaggero. “Sulla Tav, però, servono nuove verifiche”, aggiunge Salvini. “Fare le grandi opere, farle tutte, e guai lasciarle a metà”, spiega ancora Salvini.
A proposito del rapporto con l’altro vicepremier Luigi Di Maio, Salvini continua: “Io faccio gioco di squadra ed è inutile che vogliate mettermi contro Di Maio. Il tandem funziona. Penso semplicemente una cosa: l’Italia purtroppo è famosa perché comincia, quando le comincia, le opere pubbliche e poi le lascia a metà, non le finisce mai. Questo non va bene affatto. Sulle grandi opere non si torna indietro”.
La necessità di spingere sull’innovazione è una cosa imprescindibile, per il vicepremier, che si dice “molto impressionato dalla manifestazione di Torino. C’è un Paese che sembra pronto alle grandi sfide. E questo mi fa piacere. Vedremo quando arriva la relazione tecnica sui costi-benefici, e a quel punto si deciderà. Bisogna fare le cose per bene, senza forzature e con cognizione di causa. Non vedo perché precipitare tutto. A gennaio potrebbe esserci la relazione, vediamo”.
Se sulla questione Tav persistono dei dubbi rispetto alla fattibilità o meno dell’opera, su tutto il resto Salvini è deciso ad andare avanti: “Vanno portate a termine tutte le grandi opere cominciate. Vedo che gli amici 5 stelle vogliono fermare la Pedemontana, ma sarebbe un’assurdità”.
E spiega ancora Salvini: “Il 4 dicembre aprono i primi dieci chilometri di questa infrastruttura cruciale. E dovremmo dire ‘no grazie, smantelliamo tutto’? La stessa cosa vale per il Mose di Venezia. Manca soltanto il 5 per cento per terminare l’opera e dovremmo smontare le dighe? Suvvia. E sul Tap, sull’Ilva, sul Terzo Valico, sul Brennero: occorre costruire e finire di costruire senza lasciare le cose per aria. Ne va della credibilità di un Paese, oltre che della vita pratica dei suoi cittadini. Non si può vivere dove è bloccato tutto”.
La polemica con i 5 Stelle non è aperta, ma velata. E riguarda, come si legge sul Messaggero, il diverso approccio culturale tra Lega e M5s. “L’onesta è un prerequisito, non può essere sbandierata come la vera cosa che conta. È una condizione necessaria ma non sufficiente, secondo me. Se c’è un medico onestissimo ma non bravo, io non ci vado. Se c’è un pilota onestissimo ma incapace, preferisco prendere il treno”, spiega Salvini ai ragazzi che a Milano partecipano alla scuola di formazione politica della Lega.
Intanto il vicepremier domenica 11 novembre ha sentito il minsitro dei Trasporti Danilo Toninelli sulla questione Tav, mentre lunedì 12 incontra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e martedì vede Luigi Di Maio: “Scriveremo la lettera all’Europa sulla manovra. Vorrei che ci lasciassero lavorare”.
Il ministro dell’Interno si prepara anche alla manifestazione della Lega prevista a Roma per l’8 dicembre: “Roma è a pezzi, ma non è vero quello che ho letto, cioè che stiamo facendo una Opa ostile al Campidoglio. La Raggi, come è evidente a tutti, ha sbagliato molto e fatto poco, non lo dico io ma i cittadini romani. Non ha certo fatto il massimo. Ma l’8 dicembre sarà un bagno d’Italia, un nuovo sprint perché in questo Paese c’è ancora molto da fare anche se noi in 5 mesi abbiamo fatto molto più di Renzi e di Gentiloni in 5 anni”.