Il presidente Mattarella in Calabria nella giornata in memoria delle vittime della mafia
"Bisogna prosciugare le paludi della corruzione, dove la mafia prospera", ha detto il capo dello Stato, sottolineando che la lotta alla mafia deve riguardare tutti
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato in Calabria, nello stadio di Locri, dove ha incontrato i familiari delle vittime innocenti delle mafie nell’ambito della XXII Giornata della memoria e dell’impegno organizzata da Libera.
“Bisogna prosciugare le paludi dell’arbitrio della corruzione, dove la mafia prospera”, ha detto il capo dello Stato, sottolineando che i mafiosi non hanno senso dell’onore o del coraggio. E la lotta alla mafia deve riguardare tutti quanti, nessuno può pensare di chiamarsene fuori.
Come ogni anno sono stati letti nel corso della cerimonia gli oltre 950 nomi di vittime innocenti delle mafie. Il Capo dello Stato è stato accompagnato dal Ministro dell’Interno, Marco Minniti, e dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi.
Il fratello del presidente della Repubblica, Piersanti Mattarella, assassinato nel 1980 da cosa nostra durante il mandato di presidente della Regione Siciliana, è una delle vittime di mafia il cui nome è stato letto dai familiari delle vittime innocenti di mafia nel corso dell’incontro a Locri. Un forte applauso ha accompagnato la lettura dei nomi.
“Tutta l’Italia vi deve solidarietà per il vostro dolore, rispetto per la vostra dignità, riconoscenza per la vostra compostezza, sostegno per la vostra richiesta di verità e giustizia. Date la testimonianza di come la violenza, la morte e la paura non possano piegare il desiderio di giustizia e di riscatto”.
“Le vostre ferite sono inferte al corpo di tutta la società, di tutta l’Italia e che il ricordo dei vostri familiari, martiri della mafia, rappresenta la base su cui costruiamo, giorno dopo giorno, una società più giusta, più solidale, più integra, più pacifica”, ha detto ancora il presidente.
#Mattarella: la lotta alle mafie riguarda tutti. Nessuno può dire: non mi interessa. Nessuno può pensare di chiamarsene fuori pic.twitter.com/lp9lpfufbr
— Quirinale (@Quirinale) 19 marzo 2017