Valerio Mastandrea attacca i Sì-Tav: “Che fallimento”
L’attore Valerio Mastrandrea difende a spada tratta i No Tav: “Non capire la lotta in Val di Susa è assurdo, è la battaglia di un popolo”.
In un’intervista rilasciata a Sette, magazine settimanale del Corriere della Sera, Mastrandrea attacca la politica per come ha reso il confronto sull’alta velocità “violento, dal tenore acido”.
Intanto, tra manifestazioni No Tav da una parte e Sì Tav dall’altra, l’analisi costi-benefici del Mit boccia il progetto della Tav. Secondo l’analisi costi-benefici sulla linea alta velocità Torino-Lione, il progetto sarebbe un enorme spreco di soldi pubblici.
L’artista italiano è sempre stato impegnato, una vita di militanza politica, non partitica, poco esibita e di romanismo sfegatato. Umanamente predisposto verso glia altri e i più deboli, è sempre pronto a ascoltare le battaglie altrui e a fare autocritica, suoi film troppo autoreferenziali, non ama la felicità da social e dice: “Finché c’è disagio farò questo mestiere”.
Mastrandrea sente dunque il bisogno di esprimersi, ritenendo la politica dell’ultimo anno “esclusivamente politica di vendetta: verso chi c’era prima e verso uno strato sociale identificato con la classe dirigente. L’unico vero cambiamento che si vede è il tenore del confronto, acido e violento, ma d’altronde le tecniche di rappresaglia sono queste da sempre”, sottolinea l’attore.
Come attore, come uomo di cultura Mastrandrea ha sempre creduto che si possono cambiare le cose, schierandosi, dando l’esempio. “La dialettica politica, oggi è quasi omicida. Credo che sia necessario sottrarsi. Oggi usare certi contesti, come i talk show, serve solo a chi ha il fucile in mano e spara sentenze, non a chi vorrebbe approfondire tematiche e valori epocali, come il restare umani”, dice nell’intervista.
Tra pochi giorni il film Domani è un altro giorno di Mastandrea sarà nelle sale, ma anche sui social, l’attore invece di sponsorizzare la sua pellicola, pensa alla politica e scrive: “Occhio che quando vale tutto, vale tutto, eh”, riferendosi ai “dietrofront di alcuni rappresentanti del governo in merito alle proprie vicende personali”.