Mario Calabresi: “Ecco perché non sono più direttore di Repubblica”
Mario Calabresi è intervenuto sulle colonne del quotidiano Repubblica per chiarire i motivi che stanno dietro alla sua rimozione dalla carica di direttore del giornale.
“Non ci sono retroscena particolari in questo passaggio, motivazioni nascoste e oscure, e nemmeno un crollo nelle edicole o nei numeri digitali, ma idee diverse sull’organizzazione del giornale, le priorità e le linee di sviluppo”, ha spiegato. “Quando tra l’editore e il direttore viene meno la sintonia, si chiude un ciclo”.
Calabresi, che ha guidato i giornalisti di Repubblica dal gennaio 2016 al febbraio 2019, è intervenuto rispondendo ad alcuni lettori che chiedevano chiarimenti sulla rubrica di Corrado Augias.
“I tempi e i modi sono stati certo bruschi e repentini, inoltre le vecchie formule degli stringati comunicati aziendali probabilmente non funzionano più, viviamo tempi in cui si pretende trasparenza e dialogo orizzontale e tutto questo ha disorientato e spaventato molti di voi”, ha scritto l’ormai ex direttore, che nel tweet con cui aveva annunciato il suo addio al giornale aveva parlato di scelta degli editori.
“Sono convinto che Repubblica abbia espresso una sua identità chiara e forte, particolarmente preziosa in questo momento. Una linea di opposizione a questa maggioranza che sta isolando e lacerando l’Italia”, ha osservato Calabresi, che sarà sostituito alla direzione da Carlo Verdelli [chi è].
E ancora: “Mi sono battuto per un mondo aperto, per salvaguardare lo spazio europeo, per l’integrazione, per la scienza, le competenze e i diritti. Ma tutto questo fa parte del Dna di Repubblica, non sono soltanto mie convinzioni, appartengono al corpo dei giornalisti e alla comunità dei nostri lettori. Non ho dubbi che anche il nuovo direttore interpreterà, con il suo stile personale, questo mondo di valori”.
Il giornalista ha concluso il suo intervento con un messaggio ai lettori: “Grazie di cuore a tutti quelli che hanno scritto in questi giorni esprimendomi apprezzamento e affetto, sono certo che con molti di voi ci ritroveremo anche in futuro a condividere storie e battaglie ideali”.
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