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Home » Esteri

Mariam Moustafa, il caso della ragazza italo-egiziana picchiata a morte da una baby gang a Nottingham

Immagine di copertina
Mariam Moustafa

Dopo alcuni giorni di coma, la ragazza italo-egiziana aggredita da alcune coetanee nel Regno Unito, è morta. Alcuni mesi fa alcune ragazze le avevano rotto una gamba. La famiglia chiede giustizia

Mariam Moustafa è una ragazza italo-egiziana, che si era trasferita da Ostia, dov’era nata e cresciuta, nel Regno Unito per studiare. Viveva a Nottingham, e lo scorso 20 febbraio è stata aggredita da una baby gang, alla fermata del bus all’esterno del Victoria Centre, in Parliament Street. Il 14 marzo, dopo alcune settimane di coma, la 18enne è morta.

La ragazza aveva cercato di fuggire salendo su un autobus ma le ragazze l’hanno seguita a bordo. Poco dopo è intervenuto l’autista che, facendo scudo con il suo corpo alla ragazza, ha impedito che continuassero a picchiarla. Mariam è stata portata al Queen’s Medical Center.

“Dopo l’aggressione sul bus Mariam è andata in ospedale a Nottingham, dove dopo diverse ore di attesa le hanno detto che poteva tornare a casa. Alle 2.30 siamo tornati in casa e lei è andata a dormire. Al mattino la sorella l’ha trovata boccheggiante su letto, completamente blu in volto e non riusciva a parlare”, ha raccontato la madre a un giornalista del programma televisivo Le Iene spiegando che la ragazza è morta al Nottingham City Hospital dopo alcuni giorni di coma, il 14 marzo 2018.

L’aggressione è stata filmata con un telefono e poi diffusa dalla baby gang.

La ragazza si era trasferita con la famiglia da Ostia, in provincia di Roma, a Nottingham, 4 anni fa per studiare ingegneria al Nottingham College.

Il video in cui si mostra il momento in cui Mariam era sul bus, con l’autista a farle da scudo:

Alcuni mesi fa delle ragazze avevano già aggredito Mariam, rompendole la gamba e picchiando anche la sorella più piccola, Mallak, di 15 anni, secondo quando ha raccontato la madre, la quale ha accusato la polizia di non aver fatto abbastanza per impedire una seconda aggressione, quella fatale.

Tra i racconti della donna anche quello secondo cui una sera di una settimana fa erano state tirate delle uova contro la porta di casa.

“Voglio giustizia per mia figlia, non solo per lei, ma anche perché non succeda a un altro giovane. Mia figlia era un angelo. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per chiunque. Ed era il mondo per me. Cercava di aiutare tutti. Non è giusto: aveva bisogno di aiuto ed è arrivato dopo, quando era morta”, ha detto il padre della 17enne.

Il video in cui la ragazza racconta cosa le era successo alcuni mesi fa:

Le piste su cui si indaga

Per la polizia del Nottinghamshire non si tratterebbe di un crimine d’odio, ma si stanno indagando tutte le piste possibili per definire il movente della brutale aggressione.

L’ipotesi che si possa trattare di un delitto a sfondo razziale è sostenuta dal fatto che prima del pestaggio fosse stato usato il nomignolo “Black rose” nei suoi confronti.

Riferendo ciò che gli aveva raccontato Mariam dopo l’attacco, il padre della ragazza ha detto: “Era molto arrabbiata, non sapeva perché lo avessero fatto, non conosceva queste persone. Mi disse che queste persone le erano sono avvicinate chiamandola ‘Black Rose’ e lei ha detto ‘No, il mio nome è Mariam’. Subito dopo hanno iniziato a colpirla”.

Alcuni giornali britannici hanno avanzato l’ipotesi di uno scambio di persona, ovvero che Mariam sia stata scambiata con l’utente Instagram “Black Rose”, che aveva preso di mira le ragazze della baby gang.

Le reazioni internazionali

L’omicidio ha scatenato una forte reazione in Egitto. Il governo egiziano vuole inviare una delegazione di parlamentari nel Regno Unito.

“Profondamente dispiaciuto per la morte della egiziana Mariam Moustafa in Gran Bretagna. Le mie condoglianze ai suoi cari. Ho assicurato al ministro degli Esteri egiziano Shoukry che la polizia di Nottingham sta indagando sul caso”, ha scritto il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson.

Anche la procura di Roma ha aperto un’indagine con l’ipotesi di omicidio.

Intanto si sta diffondendo l’hashtag #JusticeForMariam per chiedere giustizia per la giovane aggredita dalle coetanee.

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