Mare Jonio, i volontari a TPI: “Migranti spaventati quando li abbiamo salvati, ci hanno scambiati per la Guardia Costiera libica”
La Mare Jonio, la nave di Mediterranea che due giorni fa ha salvato 49 persone a largo della Libia, al momento si trova a Lampedusa in stato di fermo probatorio, che dovrà essere confermato o meno dalla Procura di Agrigento.
Si è parlato molto del capo missione Luca Casarini ma poco dei volontari a bordo, tutti molto giovani. Tra questi c’è Mario, studente di giurisprudenza di 24 anni, che ha preso parte al soccorso su un dei due gommoni.
Ci ha avvertito Moonbird, l’aereo di Sea Watch che viene pilotato dai “Piloti Volontari” e che quasi ogni giorno pattuglia quel tratto di mare. Sappiamo che quel giorno c’erano 3 “target”, quello che abbiamo soccorso noi, uno che è stato intercettato dai libici e uno che è affondato.
Quando siamo arrivati i migranti erano molto agitati, pensavano che fossimo della Guardia Costiera Libica.
Alcuni di loro avevano provato la traversata diverse volte, ma erano stati sempre riportati indietro e mandati di nuovo nei campi di detenzione. Ci abbiamo parlato, hanno capito che non eravamo libici ma una nave da soccorso.
È arrivata una motovedetta, era vicina a noi e si sono agitati nuovamente. Erano molto nervosi, pensavano che li avremmo consegnati a loro. Abbiamo continuato a parlarci, a spiegare che eravamo europei, a quel punto hanno fatto il dito medio alla motovedetta libica.
Per loro, e questo ce lo hanno raccontato una volta a bordo, gli scafisti che pagavano per partire e la Guardia Costiera sono sempre d’accordo.
Paghi gli scafisti per partire e se non muori, la Guardia Costiera ti soccorre ti riporta a terra per riconsegnarti a loro.
Giulia è un’altra volontaria. Studentessa di filosofia e anche lei ventiquattrenne. Lei era sulla ponte e si occupava dell’accoglienza dei migranti a bordo.
Erano abbastanza provati dal viaggio, la loro navigazione è durata circa 10 ore. Soprattutto però, vengono da anni in Libia dove sono stati torturati. Alcuni di loro venivano usati nell’edilizia e sottoposti a giornate infinite di lavoro, senza sosta.
Gli davano degli antidolorifici per farli lavorare di più. Diciamo che complessivamente erano molto stanchi e provati ma non c’erano casi specifici tranne un caso di polmonite che è stato evacuato non appena siamo arrivati a Lampedusa.
Si, 14 minori, tutti tra i 15 e i 16 anni. Tutti non accompagnati.
Poche ore dopo il soccorso sono arrivate onde di 3 metri e la notte è stata un inferno. Le persone soccorse sono state male. Alle 6 del mattino siamo arrivati a Lampedusa scortati dalla Guardia di Finanza e dalla Guardia Costiera. All’inizio pensavano fosse normale aspettare fuori dal porto poi hanno iniziato a sospettare qualcosa.
Avevamo la Guardia di Finanza a bordo, era chiaro che ci fossero dei problemi. Gli abbiamo spiegato che eravamo in stallo e in loro ha preso il sopravvento la frustrazione. Dopo 3, 4 o 5 anni in Libia, 10 ore di navigazione e una notte in mezzo alle onde di 3 metri, era assurdo che fossero bloccati a pochi metri da un porto europeo.
Hanno preso coscienza, si sono perfettamente resi conto di tutto. Se non fossero sbarcati subito, sarebbe stato un problema e credo che avrebbero protestato. Sarebbe stato davvero troppo frustrante.
È stato bellissimo, un’esultanza pazzesca…sono esplosi di felicità. Tutto molto genuino.
Ora siamo a Lampedusa e siamo in attesa di capire quello che succederà con la nave.