Travaglio su Tiziano Renzi: “Ho detto la verità. Non sapevo del processo e non ho potuto difendermi”
Il direttore del Fatto Quotidiano è stato condannato per la seconda volta a versare 50mila euro al padre dell'ex premier
Il 16 novembre 2018 il giornalista Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, è stato condannato a risarcire 50mila euro a Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo Renzi, per aver pronunciato affermazioni diffamatorie nei suoi confronti.
La notizia però è giunta come una sorpresa per il giornalista, che non sapeva che il padre dell’ex segretario del Pd avesse intentato una causa civile contro di lui.
“Né a me, né ai miei avvocati risultava quella causa”, ha scritto Marco Travaglio nel suo editoriale del 17 novembre.
“Forse la busta verde con l’atto di citazione si è persa tra le tante per colpa mia o dell’ufficiale giudiziario, o è andata smarrita nella trasmissione tra la nostra segreteria allo studio legale. Chissà. Sta di fatto che ero contumace e non ho potuto difendermi”.
Marco Travaglio infatti ha spiegato di essere stato informato delle motivazioni della sentenza soltanto da un articolo de Il Foglio, scritto da Annalisa Chirico, una giornalista che secondo il direttore del Fatto è “molto addentro alle cose della famiglia Renzi”.
Secondo quanto afferma Travaglio, non essendo stato a conoscenza dell’esistenza della causa contro di lui, non ha potuto offrire la sua versione al giudice civile, per cui è stata ascoltata solo la versione dell’accusa, sulla cui base è stata poi emessa la sentenza da parte del giudice di Firenze.
“Il padre del capo del governo si mette in affari o si interessa in affari che riguardano aziende controllate dal governo”. Era stata questa la frase pronunciata dal direttore del Fatto Quotidiano nel corso della trasmissione Otto e Mezzo e che gli è valsa una nuova condanna.
Il riferimento, ha spiegato nel suo editoriale, era al presunto conflitto d’interessi di Tiziano Renzi in merito ad un appalto per Poste Italiane.
In chiusura, Marco Travaglio ha attacca i giudici di Firenze, sottolineando: “Ho detto la verità. Ci vuole ben altro per intimidirci”.