Manovra, testo inviato a Bruxelles. Salvini: “È una vittoria di tutti gli italiani”
Dopo giorni di alta tensione, il Consiglio dei ministri ha approvato la Manovra. Via libera al taglio delle pensioni d'oro, al reddito di cittadinanza e alla riforma della legge Fornero
Pace fiscale, stop aumento dell’Iva, avvio del reddito di cittadinanza e della flat tax, taglio delle pensioni d’oro e quota 100 per la riforma Fornero. Sono alcune delle principali misure della manovra da 37 miliardi approvata, dopo giorni di tensioni, dal Consiglio dei ministri la sera di lunedì 15 ottobre. (Qui tutto quello che c’è da sapere sulla legge di bilancio 2019)manovra economica 2019
Il documento italiano è stato caricato, nella mattinata di martedì 16 ottobre, sul portale dedicato della Commissione europea. Inizierà il percorso che porterà, entro la fine del mese di ottobre, alla promozione o alla bocciatura da parte di Bruxelles.
“Non è una vittoria della Lega ma degli italiani, i fatti lo dimostreranno”, ha commentato il vicepremier Matteo Salvini, che aggiunge: “È andata in Europa? Sì, penso proprio di sì”.
“Dopo averlo dimostrato sull’immigrazione e la sicurezza, anche su temi economici continuiamo a mantenere le promesse con gradualità e coraggio. Fornero, flat tax, Equitalia: anche su questi temi siamo il cambiamento”, ha esultato il ministro dell’Interno.
E su Facebook Di Maio ha festeggiato: “Questa non è una semplice manovra, è un Nuovo Contratto Sociale che lo Stato stipula con i cittadini”.
Pace Fiscale
È stato raggiunto un accordo sulla pace fiscale, contenuta nel decreto collegato alla Manovra: sarà prevista un’aliquota al 20 per cento per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi. E si potrà optare per la dichiarazione integrativa per far emergere fino a un massimo del 30 per cento in più rispetto alle somme già dichiarate e comunque entro un tetto di 100mila euro.
Per ridurre il contenzioso, si potranno inoltre sanare le liti con il fisco pagando senza sanzioni o interessi il 20 per cento del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria del contribuente in secondo grado o il 50 per cento in caso di vittoria in primo grado. In arrivo anche il condono delle mini cartelle sotto i mille euro dal 2000 al 2010.
“Nessun condono, ha sostenuto il premier, Conte. “Noi le chiamiamo definizioni agevolate. Siamo riusciti a tenere i conti in ordine mantenendo le promesse annunciate” e “il fatto di aver rispettato i tempi dimostra che abbiamo le idee chiare”.
“Rispettiamo il patto di stabilità e crescita, ma abbiamo invertito la sintassi. Puntiamo sulla crescita nella stabilità. In Europa ci confronteremo e lo faremo nei tempi che abbiamo rispettato”, ha aggiunto.
Aumento dell’Iva
Quanto all’aumento dell’Iva, è previsto uno stop totale dell’aumento che sarebbe dovuto scattare dal 2019 e quello parziale per il biennio successivo.
Quota 100 e reddito di cittadinanza
Arriva da febbraio 2019 la ‘Quota 100’, per cui potrà andare in pensione chi ha 62 anni e 38 anni di contributi, e a beneficiare della misura dovrebbero essere 400mila persone.
Il reddito di cittadinanza e le pensioni di cittadinanza partiranno nei primi tre mesi del 2019. Il contributo da 780 euro, secondo quanto è stato annunciato, verrà caricato sul bancomat e ci sarà un monitoraggio degli acquisti. La misura costa 9 miliardi a cui si aggiunge un miliardo per il rafforzamento dei centri per l’impiego.
Dopo due giorni di tensioni, M5s e Lega hanno raggiunto un’intesa di massima sul taglio delle pensioni d’oro, sopra i 4.500 euro netti al mese.
Flat Tax
Per i lavoratori autonomi, è prevista una flat tax al 15 per cento. L’obiettivo è estendere la platea dei professionisti che optano per il regime di trasparenza con ricavi fino a 65mila euro. Dai 65mila ai 100mila euro si pagherebbe un 5 per cento addizionale. Le start up e le attività avviate dagli under 35 avrebbero uno sconto al 5 per cento. Il costo è di circa 600 milioni il primo anno e di 1,7 miliardi a regime.
Sono previsti tagli per i ministeri (quasi un miliardo di euro l’anno) e per le spese relative al sistema di accoglienza migranti (oltre un miliardo e 300 milioni di euro per il triennio: oltre 500 milioni a partire dal 2019).
In allegato c’è anche il decreto fiscale e un inedito decreto “tagliascartoffie”, che dovrebbe eliminare le leggi che frenano la burocrazia e le imprese.
Il titolare del Tesoro, Giovanni Tria, ha difeso le misure approvate. “No, non è un condono”, ha sostenuto a proposito della pace fiscale. “Si tratta di una serie di norme complesse che vanno viste nel loro insieme. Leggete e valutate”. Quindi ha negato qualunque ipotesi di possibili dimissioni: “Non sono portato al masochismo di subire tutta la legge di bilancio per dimettermi dopo”.
Poi, a proposito del dialogo con la Ue, ha aggiunto: “L’idea che con questa manovra si voglia far saltare in aria l’Europa è del tutto infondata”.