Aumento Iva, web tax, tagli agli investimenti: tutti i numeri della manovra

Manovra 2019 numeri costi | L’Italia e l’Ue hanno trovato l’accordo sulla manovra, che ha evitato la procedura di infrazione. Il maxi-emendamento del Governo è stato depositato in commissione Bilancio al Senato. (Qui il testo della legge di bilancio 2019).
Il testo completo è un dossier di 32 pagine che contiene tutte le nuove misure previste dalla legge di bilancio 2019.
Ma quali sono le cifre e le coperture previste dalla manovra?
• Reddito di cittadinanza e quota cento
I due cavalli di battaglia della maggioranza, e le due misure principali della manovra, partiranno il 1 aprile, e “costeranno” complessivamente 12 miliardi invece dei 15,75 previsti inizialmente
• Tassazione per le pensioni d’oro
Il taglio sulle pensioni d’oro (che sarà valido dal 2019 per 5 anni) ammonta al 15 per cento per i redditi compresi tra 100mila e 130mila euro lordi e via via a scaglioni, per arrivare al 40 per cento per le pensioni superiori ai 500mila euro. Nello specifico:
Taglio del 25% per gli assegni compresi tra 130.001 e 200mila euro
Taglio del 30% per quelli compresi tra 200.001 e 350.000 euro
Taglio del 35% tra i 350.001 e i 500.000 euro
Sono previste sei fasce di tagli per le pensioni oltre i 1.522 euro al mese. Decurtazione fino al 60 per cento per gli assegni oltre i 4566 euro. L’adeguamento sarà del 97 % per assegni tra fino a 2029 euro, 77% fino a 2537 euro, 52% fino a 3042 euro, 47% fino a 4059 euro, 45% fino a 4566 euro e 40% oltre 4566 euro.
• Aumento dell’Iva come clausola salvaguardia
Aumenti Iva per 23 miliardi nel 2020 e quasi 29 (28,75) nel 2021 e nel 2022. La Relazione tecnica spiega che, senza interventi, l’aliquota ridotta del 10% passerebbe dal 2020 al 13%, mentre l’aliquota ordinaria oggi al 22% passerebbe nel 2020 al 25,2% e nel 2021 al 26,5% nel 2021. La proposta conferma la sterilizzazione “totale” degli aumenti nel 2019.
• Il piano per la vendita del patrimonio immobiliare
TPI esce in edicola ogni venerdì
Entro il 30 aprile deve essere varato il nuovo “programma di dismissioni immobiliari” che ha l’obiettivo di ottenere 950 milioni aggiuntivi nel 2019 e altri 150 milioni l’anno nel 2020 e 2021. Il piano deve valorizzare beni dello stato come caserme in disuso o altri immobili dismessi di proprietà dello stato.
Agli enti locali che contribuiscono andrà una quota degli introiti tra il 5 e il 15%.
• Blocco delle assunzioni
Fino al 15 novembre 2019 non potrà essere assunto personale da parte di Presidenza del Consiglio, ministeri, enti pubblici non economici, agenzie fiscali e università. Questa misura permette di guadagnare 100 milioni in termini di indebitamento netto
• Web tax
La manovra prevede una nuova tassa sui servizi digitali. La web tax ha un’aliquota al 3 per cento sui ricavi. Si tratta di una tassa che verrà applicata a coloro che prestano servizi digitali e che “hanno un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a 750 milioni e che hanno un ammontare di ricavi derivanti dalla prestazione di servizi digitali non inferiore a 5,5mln di euro. Grazie alla web tax arriveranno allo Stato 15 milioni di euro nel 2019, 600 milioni nel 2020 e altri 600 milioni nel 2021”. (qui abbiamo spiegato come funziona)
• Taglio agli investimenti e fondi per il dissesto idrogeologico
La manovra prevede un fondo di 800 milioni contro il dissesto idrogeologico, nel 2019. Il fondo ammonterà a 900 milioni nel 2020 e nel 2021. Per coprire questo fondo, si riduce quello per gli investimenti delle amministrazioni centrali.
Il piano di investimenti viene decurtato complessivamente di 4 miliardi. Ad essere tagliati sono il Fondo per lo sviluppo e la coesione territoriale e quello per le politiche comunitarie (-800 milioni ciascuno) e Ferrovie dello Stato (-600 milioni).
La manovra prevede una stretta sui giochi e un aumento del Preu, il prelievo erariale unico, dell’1,25%, che porterà un gettito aggiuntivo di 355 milioni di euro. È quanto prevede l’emendamento del governo alla manovra depositato in commissione Bilancio del Senato. Previsto anche un aumento dell’imposta unica dovuta sui giochi a distanza (che dal 20% passa al 25% del margine), sulle scommesse a quota fissa su rete fisica (che dal 18% passa al 20% del margine) e a distanza (dal 22% al 24%) e sulle scommesse simulate (dal 20% al 22%).