Mal di testa Colossale
Il New York Times aggiorna i suoi lettori sullo stato della città eterna
Via dei Fori Imperiali, arteria stradale che collega Piazza Venezia al Colosseo, sarà chiusa al traffico a partire da domani, diventando zona pedonale.
Il New York Times avverte i suoi lettori che se vorranno visitare la città eterna avranno più spazio per camminare nei dintorni del Colosseo, “dove i vitelloni di Gucci e le scarpe da tennis adesso regneranno sovrani”. E titola l’articolo con un gioco di parole “Road trough roman history creates colossal headache” (Il percorso nella storia di Roma crea mal di testa colossali”).
La testata americana ripercorre la storia dei Fori, da sempre controversa. Creati negli anni 20 da Benito Mussolini come strada trionfale dove far marciare le sue truppe, l’ambizioso progetto distrusse un popolatissimo quartiere del centro di Roma e separò il Foro Romano dai Fori imperiali di Traiano, Augusto, Cesare e Nerva.
Oggi il neoeletto Sindaco Ignazio Marino vuole dare vita alla sua “visione”, e preservare l’area archeologica più grande del Mondo messa in pericolo dallo smog e dalle vibrazioni.
Ma la decisione ha suscitato moltissime critiche, tanto da far appellare il sindaco un nuovo “Nerone”, il cui progetto danneggerebbe i cittadini al pari del celebre e antico incendio. Se Marino crede di aumentare la sostenibilità della vita degli abitanti nel lungo termine, i residenti e i commercianti non sono dello stesso parere. Il traffico, quintessenza della città, sarà ulteriormente congestionato a causa della chiusura di questa strada principale nel cuore di Roma, dove circolano in media 1600 automobilisti all’ora nei momenti critici della giornata.
Gli abitanti dei quartieri limitrofi, come quello dell’Esquilino, minacciano di costruire barricate e occupare la strada, perchè il progetto riduce la loro possibilità di circolare e blocca gli accessi al centro storico. I negozianti di via Labicana, strada a sud del Colosseo, lamentano un calo delle loro vendite già da quando i lavori sono iniziati.
“Ma in una città dove la storia è stratificata come la lasagna, alcuni sostengono che la via abbia un illustre passato che per questo deve essere preservato”, conclude il New York Times.