“Gli immigrati colpiti a caso a Macerata non c’entrano niente con il delitto di Pamela”
"Anche Pamela se fosse ancora viva sarebbe inorridita per questo atto di odio", ha detto la madre di Pamela Mastropietro, trovata morta il 31 gennaio 2018 a Pollenza, vicino Macerata
In un’intervista al Messaggero, Alessandra Verni, la madre di Pamela Mastropietro, la ragazza uccisa il cui corpo è stato ritrovato dentro due valigie a Pollenza il 31 gennaio 2018, commenta e condanna l’atto di violenza commesso il qualche giorno più tardi da Luca Traini a Macerata.
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“Chiediamo solamente giustizia. Pene esemplari per chi ha ucciso e fatto a pezzi nostra figlia. Ma condanniamo fermamente l’attacco di ieri, non siamo razzisti e anche Pamela se fosse ancora viva sarebbe inorridita per questo atto di odio”.
E continua: “Quelle persone di colore colpite a caso non c’entrano niente con il delitto di mia figlia, non l’hanno uccisa e fatta a pezzi loro, lasciateli stare”.
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La madre di Pamela continua parlando anche a nome della propria famiglia: “Condanniamo questo gesto; il presunto colpevole per la morte di nostra figlia Pamela si trova in carcere, e ieri il gip ha convalidato l’arresto”.
“Vogliamo che paghi per quello che ha fatto: ha ucciso la nostra piccola e distrutto la nostra vita. Detto questo noi non vogliamo altro sangue sulle strade e non cerchiamo questo tipo di vendette. Siamo brave persone”.
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E conclude così riferendosi a chi cerca di strumentalizzare la morte della figlia riguardo al dibattito sull’immigrazione: “Esiste una politica di accoglienza sana, e il 4 marzo ognuno di noi andrà alle urne sapendo come votare. Noi siamo per la non violenza assoluta e non vogliamo essere strumentalizzati”.