Il M5s ha votato contro la reintroduzione dell’articolo 18
L'emendamento al Decreto dignità era stato proposto da LeU. Duri attacchi ai pentastellati da Pd e Forza Italia: "Fanno solo propaganda"
Dopo una campagna elettorale in cui il Movimento Cinque Stelle aveva attaccato ferocemente le politiche sul lavoro del Pd, e in particolare il Jobs act, ieri i pentastellati, alla Camera, hanno votato contro un emendamento che predisponeva il ripristino dell’articolo 18.
Si trattava di uno degli emendamenti al Decreto dignità, ed era stato proposto da Liberi e Uguali: ha ricevuto solo 13 voti a favore (quelli appunto di Leu) a fronte di 317 contrari e 191 astenuti.
Tra questi ultimi figurano i deputati di Forza Italia. Come ha spiegato la forzista Renata Polverini, la scelta di astenersi è stata motivata dal fatto che “noi non ci stiamo a coprire con il nostro voto contrario la propaganda del ministro Di Maio e per questo chiedo all’Aula di lasciare esprimere con voto contrario solo il M5s perché si abbia una plastica rappresentazione di quando si fa propaganda e quando poi ci si deve assumere la responsabilità in questa Aula”.
Una linea, quella dell’attacco frontale ai grillini, condivisa da tutte le forze di opposizione. In prima fila, come ovvio visto il tema trattato, il Pd.
“Prendiamo atto che M5S e Lega lasciano intatto il Jobs act voluto e attuato dai governi Renzi e Gentiloni – ha detto Deoborah Serracchiani – e lo fanno dopo che per tutta la campagna elettorale hanno detto che lo avrebbero abolito e reintrodotto l’articolo 18”.
Era stato lo stesso Roberto Speranza, coordinatore nazionale di LeU, a incalzare Di Maio e soci sull’emendamento proposto dal suo partito: “Quando questo provvedimento è stato annunciato, da sinistra in tanti sia nelle forze politiche che nelle forze sociali hanno dato segnali di attenzione e addirittura è stato detto: ‘Sarà la Waterloo del Jobs Act’. Bene, Ministro, questa è la grande occasione, dica al gruppo del MoVimento Cinque Stelle di votare a favore di questo emendamento e sarà davvero la Waterloo del Jobs act, altrimenti difendete le politiche fatte da Renzi in questi anni”, ha detto Speranza in aula.
A votazione avvenuta, e certificata la contrarietà dei Cinque Stelle alla reintroduzione dell’articolo 18, il deputato di LeU ha attaccato i pentastellati su Twitter: “Dalla Waterloo del Jobs act alla Waterloo dei 5 stelle. Avevano promesso di reintrodurre l’art 18 e cancellare il jobs act e invece votano contro l’emendamento di LeU che avrebbe ripristinato l’articolo 18”
Dalla waterloo del jobs act alla waterloo dei 5 stelle. Avevano promesso di reintrodurre l’art 18 e cancellare il jobs act e invece votano contro l’emendamento di #LeU che avrebbe ripristinato l’Art 18 #decretodignitá pic.twitter.com/CetCML1TsZ
— Roberto Speranza (@robersperanza) 1 agosto 2018
Pochi commenti dal fronte grillino, praticamente nessuno sull’oggetto del contendere. C’è chi sposta l’attenzione sui dati Istat, che segnalano un record dei contratti precari, dando la colpa ai precedenti governi, chi sottolinea come il Pd non possa parlare di diritti dei lavoratori non avendoli mai davvero difesi.
Sull’articolo 18, però, tutto tace.