La fidanzata di Traini: “Luca è stato influenzato dai messaggi anti-migranti di Salvini”
"L'ho visto andare due volte ai raduni di Forza Nuova, e a diversi appuntamenti della Lega perché gli piace Salvini"
“Quando uscirà dal carcere, ci sposeremo e ci rifaremo una vita insieme. Lo amo e non lo considero un delinquente. Si è reso conto del male che ha fatto, il suo pentimento è reale, ve lo assicuro”.
In un’intervista a Repubblica, la fidanzata di Luca Traini ha parlato per la prima volta dell’agguato razzista in cui il 29enne di Tolentino, lo scorso 6 febbraio, ferì sei cittadini neri per vendicare la morte di Pamela Mastropietro.
Il 3 ottobre Traini è stato condannato in primo grado a 12 anni. I giudici hanno riconosciuto l’aggravante dell’odio razziale.
Ma per la sua fidanzata, che ha preferito restare anonima, Luca Traini non è un razzista ma solo “una persona confusa”.
“Luca l’ha fatta grossa e deve pagare, però il suo fascismo è solo di facciata. Ha la croce celtica tatuata sul braccio, sulla macchina teneva un cero di Mussolini e sì, faceva il saluto romano, ma era per scherzo, non gli dava l’importanza che gli diamo noi”.
Per Giulia, nome di fantasia utilizzato dalla ragazza nell’intervista, i messaggi anti-migranti lanciati da Salvini hanno avuto un effetto su Traini.
“Non dico che siano stati la causa del raid, ma Luca ne era stato influenzato perché è un ragazzo fragile e condizionabile”.
“L’ho visto andare due volte ai raduni di Forza Nuova, e a diversi appuntamenti della Lega perché gli piace Salvini: durante la campagna elettorale stava ai gazebo e partecipava alle cene elettorali”.
Giulia spiega che Traini aveva smesso di leggere il Mein Kampf di Hitler perché “troppo ostico nel linguaggio”.
La ragazza ha raccontato anche alcuni dettagli della loro relazione: “Ogni tanto mi facevo di cocaina, di canne e di metamfetamina. Luca era ossessionato da questo, perché c’era già passato con la precedente fidanzata tossicodipendente. Si è licenziato dalla fabbrica dove lavorava per salvare me, così ha detto al suo capo. Mi teneva ore al telefono per impedirmi di andare ai rave. Una volta mi sfasciò la macchina, spaccando un finestrino con un cazzotto”.
Quanto al giorno del raid, la fidanzata di Traini ha rivelato: “Mi ha chiamato alle 9.30, era tranquillo e stava andando in palestra. Voleva incontrarmi per fare la pace, ma io ero ancora indispettita per il rifiuto della sera prima e gli ho attaccato il telefono in faccia. Non dico che la sparatoria sia stata colpa mia, però se fossi andata da lui non sarebbe successa”.
“A mezzogiorno e mezzo mi ha richiamato. Non dimenticherò mai cosa mi ha detto: ‘Ti lascio. Non ti posso spiegare. Ho fatto una cosa brutta. Scusa. Promettimi che non ti butterai più sulla droga. Ti amo’. Poi ha staccato il telefono. Non ho realizzato subito, ma quando ho visto in televisione la sua macchina, ho capito che aveva di nuovo dato di matto”.