Chi è la senatrice a vita Liliana Segre
Durante la discussione sulla fiducia al governo Conte, la senatrice ha ricevuto un lungo e caloroso applauso per il suo discorso contro le leggi speciali nei confronti di Rom e Sinti. Ecco chi è
Il 5 giugno 2018 la senatrice a vita Liliana Segre ha tenuto un accorato intervento nell’aula di Palazzo di Madama durante la discussione sulla fiducia al governo guidato da Giuseppe Conte e sostenuto da Movimento Cinque Stelle e Lega.
La senatrice ha duramente criticato l’ipotesi di leggi speciali nei confronti di Rom e Sinti, ricordando la sua tragica esperienza nel lager di Aushwitz.
Il suo discorso è stato accolto con un caloroso e lungo applauso da parte dell’intero arco parlamentare.
Chi è Liliana Sagre
Liliana Segre, reduce italiana dell’Olocausto, è stata nominata senatrice a vita il 19 gennaio dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Nata a Milano il 10 settembre 1930 in una famiglia ebraica, nel 1938 lei e i suoi parenti vennero colpiti dalle leggi razziali emanate dal regime fascista, con cui vennero fortemente limitate le libertà degli ebrei italiani.
Con l’inizio della guerra e l’intensificarsi delle persecuzioni razziali, nel dicembre 1943 – quando il nord Italia era occupato dalle truppe tedesche – Liliana Segre e la sua famiglia cercarono di raggiungere la Svizzera, senza riuscirci.
Negli stessi giorni, quando la Segre aveva appena 13 anni, la sua famiglia venne arrestata a Viggiù, in provincia di Varese, e condotta in diverse carceri lombarde. Il 30 gennaio 1944 insieme alla famiglia venne deportata in treno da Milano verso il campo di sterminio nazista di Auschwitz, che raggiunse sette giorni dopo.
Separata dal padre, fu mandata a lavorare presso la fabbrica di munizioni Union, di proprietà della Siemens. Il padre morì nell’aprile del 1944, mentre i nonni, deportati nel maggio di quell’anno, vennero uccisi al loro arrivo ad Auschwitz a giugno.
Quando nel gennaio 1945 l’Armata Rossa si avvicinò ad Auschwitz, le truppe naziste evacuarono il campo, portando con sé una gran parte degli internati. Ebbero dunque inizio le tristemente note marce della morte, in cui i deportati venivano trasferiti da un campo all’altro spostandosi a piedi per centinaia di chilometri.
Liliana Segre fu trasferita così da Auschwitz a Ravensbruck, campo situato a 90 chilometri da Berlino. Il primo maggio, a pochi giorni dalla definitiva sconfitta nazista, Liliana Segre venne liberata. Fu una dei soli 25 italiani di età inferiore ai 14 anni deportati nei lager nazisti a sopravvivere, su un totale di 776.
Dopo la guerra, Liliana Segre si costruì una famiglia e non parlò mai pubblicamente della sua deportazione ad Auschwitz, fino agli anni Novanta. Da quel momento iniziò a intervenire pubblicamente sull’argomento, divenendo testimone anche a nome di chi, volendo dimenticare, non si è mai sentito di raccontare quella tragedia vissuta in prima persona.
Nel 2018, in seguito alla morte di Claudio Abbado avvenuta nel 2014, il presidente Sergio Mattarella aveva diritto a nominare un senatore a vita tra quelli di nomina presidenziale, fissati a un massimo di cinque esclusi i presidenti emeriti della Repubblica.
Il 19 gennaio ha nominato senatrice a vita Liliana Segre, che è divenuta la prima testimone dell’Olocausto italiana a ricoprire questo prestigioso incarico.