La libreria Acqua Alta a Venezia
È una delle dieci librerie più belle al mondo, secondo la Bbc. La giornalista italiana Elsa Pasqual è andata a visitarla
Luigi Frizzo è un omone sulla settantina dagli occhi piccoli e azzurri. Sorride ogni volta che entra qualcuno e, quando non siede sullo sgabello vicino alla cassa, cammina tra gli stretti corridoi della libreria, sfiorando con la punta delle dita i suoi libri, quasi volesse accarezzarli.
A tenergli compagnia ci pensano alcuni gatti randagi che, dopo aver saltellato qua e là incuranti del via vai di gente, si addormentano appollaiati tra un libro e l’altro.
Luigi Frizzo è il proprietario della libreria Acqua Alta, una fra le dieci librerie più belle al mondo secondo una classifica stilata dalla Bbc.
Si trova a Venezia, poco lontano da piazza San Marco, in Calle Lunga Santa Maria Formosa, ed è incastonata come una perla preziosa, in mezzo a due edifici.
A Luigi, vicentino d’origine e veneziano d’adozione, la creatività non manca. Ha persino realizzato una scalinata fatta di libri all’esterno della libreria.
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I testi della sua libreria non sono disposti in semplici scaffali, ma in una gondola a grandezza reale che campeggia nel centro del locale, in alcune canoe, oppure in vecchie vasche da bagno o in enormi catini di legno. Così, in caso di acqua alta, i libri sono già in salvo.
Appena entrati, non si può non sentire l’odore del salso proveniente dal canale accanto alla libreria, che rende ancora più forte quell’inconfondibile profumo di vecchi libri dalle pagine ingiallite che aleggia nell’aria.
La maggior parte dei libri è su Venezia. Non c’è da stupirsi se tra le mani capita di trovarsi testi scritti in dialetto veneziano, come El Principe Picinin, ossia Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupery.
Ci sono però anche molti testi antichi che risalgono all’Ottocento, scritti in lingua originale, collane di fumetti non più in commercio e molti romanzi ormai introvabili.
“La cosa più bella del mio lavoro – mi dice Luigi – è che riesco a fare la felicità di molti, perché qui riescono a trovare libri impossibili da reperire altrove”.