Titolo omobofo di Libero, Di Maio: “Gli tagliamo i fondi”. Feltri: “Governo non può censurarci”
È intervenuto anche l'Ordine dei giornalisti
“L’omofobia ce l’ha in testa chi ci critica. Chi ci spara addosso ha letto solo il titolo ma non il testo, in caso contrario avrebbe scoperto che quei dati ci sono stati forniti dalle stesse associazioni gay. Di cosa ci si offende? Se calano fatturato e Pil c’è qualcuno che se ne rallegra? È un titolo fattuale, come direbbe Crozza”.
Sono le dichiarazioni di Vittorio Feltri, che ha difeso così il titolo da molti considerato omofobo (“Calano fatturato e pil ma aumentano i gay”) uscito su Libero mercoledì 23 gennaio.
“È un dato di fatto abbiamo citato delle cifre, cosa c’è da indignarsi? Dov’è il problema, non si può dire che aumentano i gay? Siamo forse in Iran? – ha aggiunto Feltri – Si parla da mesi del blocco dei fondi, chiamano i giornalisti ‘puttane’ e nessuno si scandalizza. Danno soldi a cani e porci e poi dicono che siamo noi a uccidere la democrazia”.
IL TITOLO DI LIBERO E LA REAZIONE DEL M5S
“Calano fatturato e pil ma aumentano i gay”. Con questo titolo, il giornale diretto da Pietro Senaldi ha proposto un assurdo collegamento tra la riduzione del prodotto interno lordo e il numero di omosessuali presenti nel nostro paese.
Un collegamento reso ancora più esplicito da quanto scritto nel catenaccio: “Gli unici a non sentire crisi sono gli omosessuali: crescono in continuazione”.
Nell’articolo a firma di Filippo Facci, si può invece leggere: “Non c’è un link apparente tra il Pil e la fatturazione elettronica e i gay e Lino Banfi. Eppure e una foto che i turisti del tempo si porterebbero a casa”.
“C’è un link tra il calo del Pil, l’elusione delle fatture elettroniche e l’aumento dei gay dichiarati? – continua Facci – Non lo sappiamo, ma la fotografia è quella. Anche quella. Spiega l’Italia che cambia e quella non cambia per niente”.
Vengono poi riportate ricerche inglesi secondo cui i giovani tra i 16 e i 24 anni che si dichiarano gay o bisessuali sono il doppio rispetto a over 35 e over 65. Un altro studio Ista, riportato sul quotidiano, afferma che il numero di persone LGBT in Italia si aggira attorno al milione.
Facci commenta: “Oggi si è abbassata l’età del coming out e sono cambiati gli stili di vita. Stime ufficiose avvicinano gli orientamenti dei millennials allo storico e contestato rapporto Kinsey che negli anni Cinquanta stimava gli omosessuali intorno al 10 per cento”.
Sul titolo sono intervenuti diversi esponenti del governo, tra cui il ministro del Lavoro Luigi Di Maio: ”Abbiamo fatto bene o no a tagliare i fondi a giornali del genere? Scriveranno queste idiozie senza più un euro di fondi pubblici. Vito Crimi ha avviato la procedura che azzererà i finanziamenti pubblici entro i prossimi tre anni”, ha scritto il vicepremier su Instagram.
Poco prima era intervenuto proprio Vito Crimi, sottosegretario con delega all’Editoria. “Provo disgusto per il titolo del giornale Libero – ha detto Crimi – Un giornale che riceve soldi pubblici che prima pubblica titoli razzisti, poi oggi anche omofobi. Avvierò immediatamente una procedura interna per vagliare la possibilità di bloccare l’erogazione dei fondi residui spettanti ad un giornale che offende la dignità di tutti gli italiani e ferisce la democrazia”.
“Mi aspetto che il giornalismo che tanto vede in noi il nemico, faccia sentire la sua voce. Probabilmente chi distrugge la credibilità della stampa sono proprio alcuni giornalisti”, ha concluso il sottosegretario.
Critiche anche dal M5s Manlio Di Stefano: “Titoli del genere, così come quello sui terroni, creano discriminazione e fomentano odio. L’ordine dei giornalisti ha il dovere di intervenire tempestivamente. Tagliare i fondi a giornali come questo è doveroso. Questa non è informazione!”, ha scritto su Twitter il sottosegretario agli Esteri.
L’INTERVENTO DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI
“Due modi diversi di voler male al giornalismo e di essere irrispettosi dei cittadini che hanno il diritto di essere correttamente informati”. Inizia così la dichiarazione del presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna, che è intervenuto sul titolo omofobo pubblicato da Libero.
“Per il titolo strillato del quotidiano Libero ‘Comandano i terroni’ – dice Verna riferendosi a un precedente titolo del quotidiano – e i relativi contenuti, è stata già predisposta la segnalazione al consiglio territoriale di disciplina. Recentemente il Tribunale di Milano ha confermato, su uno dei tanti brutti titoli di Libero che costituiscono un caso, una sanzione emessa dall’Ordine dei Giornalisti”.
Il presidente dell’OdG non risparmia però nemmeno Luigi Di Maio. Il ministro del Lavoro infatti, nel condannare il titolo di Libero, ha ribadito la sua volontà di tagliare i fondi all’editoria.
“È altrettanto inaccettabile il post di Luigi Di Maio – commenta Verna – che, strumentalizzando la vicenda, torna a compiacersi per i tagli al sostegno all’editoria. Attendiamo che il premier Conte e il sottosegretario Crimi attivino quel tavolo di ragionamento critico sui tagli all’editoria promesso in diretta dal Presidente del Consiglio durante la conferenza di fine anno”.
“Imputare le colpe del quotidiano Libero a tutta la stampa libera è purtroppo perfettamente in linea con gli insulti generalizzati per i quali Di Maio è a sua volta atteso da un consiglio di disciplina”, conclude il presidente dell’Ordine.