Lettera di minacce al ministro Salvini: “Sarai giustiziato”
In molti danno la colpa a centri sociali, esponenti di sinistra fino ai soliti commenti che chiamano in causa gli elettori del Partito democratico
“Letterina di minacce, soprattutto alla grammatica italiana, arrivata al ministero… Si tira dritto, baci e abbracci! Sabato prossimo, 8 dicembre alle 11 a Roma in piazza del Popolo, risponderemo con i sorrisi di un mare di italiani perbene!”.
Con questo messaggio il ministro dell’Interno ha condiviso con i suoi follower una lettera di minacce recapitatagli scritta tra l’altro in un italiano stentato.
Sulla busta si legge: “Per Matteo Salvini, Lega. Roma”. Nel testo della lettera è riportato invece: “Per Matteo Salvini. Finocchio Salvini, ai (sarebbe hai, ndr) 3 albanesi puntati su di te. Sarai giustiziato. Sei diventato un maiale frocio cornuto”
Tanti i commenti di sostegno e di solidarietà inviati invece dalla rete al ministro. “Tranquillo Matteo, se sparano come scrivono, non hai nulla da temere. Ma, nel frattempo, vedi di individuarli per insegnare a loro a scrivere,magari in una bella cella . La penna l’offro io”, scrive un utente.
In molti danno la colpa a centri sociali, esponenti di sinistra fino ai soliti commenti che chiamano in causa gli elettori del Partito democratico.
Tra i commenti però ce ne sono anche di ironici. “Visto come è scritta potrebbe esse stato pure un elettore suo o del compare giggino”, o ancora “Certo che se hanno scritto a Babbo Natale le letterine così e quando cavolo gli arrivano i regali”.
Non è la prima volta che il ministro dell’Interno denuncia di aver ricevuto minacce. Già a luglio, mese in cui si è consumato lo scontro tra il leader della Lega e lo scrittore Roberto Saviano, Salvini aveva dichiarato: “Nessun ministro è stato diffamato come me, mi sono arrivate oltre 50 minacce di morte”.
Ultimo episodio durante il No Salvini Day: alcuni studenti scesi in strada a Milano per manifestare contro le politiche del vicepremier avevano esposto cartelli in cui si faceva riferimento alla morte di Mussolini, augurando a Salvini di fare la stessa fine del Duce.